Giorno dopo giorno centinaia di persone camminano per le strade del distretto finanziario di San Francisco ignare di quello che la giungla d’asfalto possa loro nascondere nelle sue profondità…
Qui si trovano i resti di dozzine di imbarcazioni protagoniste della ”corsa dell’oro” (the Gold Rush) che durante la metà degli anni XIX calamitò uomini e donne in cerca di fortuna.
Man mano che la città iniziò a crescere, la baia venne occupata interamente da queste imbarcazioni (spesso di fortuna) che una volta giunte a destinazione non si mossero più anche a causa delle loro pessime condizioni che mai avrebbero poturo garantire un ritorno in sicurezza.
Al culmine della corsa all’oro, c’erano tra le cinquecento e le mille navi ormeggiate nel porto molte delle queli erano già state abbandonate.
Man mano che la città cresceva e scarseggiava la terra, questi ”appezzamenti sull’acqua” diventarono assai appetibili e furono in molti ad affondare le loro navi intenzionalmente per rivendicare la terra.
Le navi più belle vennero trasformate in strutture permanenti quali hotel (come la baleniera Niantic), uffici, ristoranti, bar, banche e persono luoghi di culto.
Il 3 maggio 1851 scoppiò un enorme incendio che danneggiò pesantemente la città: molte navi andarono in fiamme e affondarono nella baia.
Ci vollero giorni per domare le fiamme e constatare l’ammontare del danno: il lungomare era un ammasso di legname fumante e fu impossibile tentare una ricostruzione .
Così la baia fu riempita di terra dalle vicine colline e le navi furono dimenticate per essere riscoperte poco alla volta nel corso degli anni man mano che venivano gettate nuove fondamenta o venivano fatti lavori sotto il manto stradale
La costruzione della metropolitana leggera sotto l’Embarcadero portò alla scoperta della ”ROMA” situata sotto i campi da bocce di fronte al Ferry Building, mentre la storia di molte altre venne ricostruita da un giovane archeologo, James Delgado, che iniziò il suo studio nel 1978 studiando e scavando i resti del Niantic, una delle prime baleniere che portarono nella zona i cercatori d’oro.
Il Maritime National Historical Park, il National Park Service e il suo staff hanno lavorato instancabilmente al fianco di archeologi come Delgado su ricerche iniziate in gran parte negli anni ’60 con lo sviluppo della prima mappa raffigurante i possibili luoghi in cui sono state sepolte queste navi della corsa all’oro. Nel corso degli anni, quella mappa si è evoluta e, con l’ampia ricerca degli archeologi, le posizioni delle poche navi che sono state dissotterrate, così come i potenziali siti dei resti di altre, sono chiaramente rappresentate nella mappa più recente.
“Sotto le strade e i marciapiedi, c’è qualcosa di più di una semplice storia romantica o dello scafo di una nave”, ha detto Delgado. “C’è un sito archeologico che per il resto del mondo è una Pompei, una Pompei della corsa all’oro.”
Man mano che la città si evolve nel futuro, le persone continueranno sempre a scoprire i resti di una San Francisco del passato.
Si stima che ci siano ancora tra le 40 e le 70 navi sepolte sotto le strade di questa ”miniera”di ricordi che verranno portati alla luce negli anni futuri.
Fonti: thebolditalic.com
https://jamesdelgado.com/about-jim/archaeologist/candace/
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