A oltre dieci anni di distanza dall’ultima campagna d’indagine archeologica si è tornati a scavare a ridosso della chiesa parrocchiale di San Canzian d’Isonzo, un sito ricco di storia e intimamente legato ai culto dei tre Canziani martiri, uccisi durante le persecuzioni dei cristiani sotto l’impero di Diocleziano, nel 304 dopo Cristo.
A chiedere una verifica di 14 punti nell’area del sagrato della parrocchiale la Soprintendenza archeologica del Friuli Venezia Giulia nell’ambito del percorso autorizzativo necessario per arrivare all’intervento di riqualificazione dell’area progettato dal Comune di San Canzian d’Isonzo e già finanziato (in buona misura con i fondi del Progetto di sviluppo rurale Mar e Tiaris).
L’operazione segue, secondo quanto spiega l’amministrazione comunale, le indagini effettuate con la tecnologia del georadar ancora due anni fa, rappresentando un approfondimento ritenuto necessario prima di realizzare il progetto di valorizzazione dell’area che, secondo quanto espresso da alcuni residenti a fine estate del 2021, dovrebbe tenere conto dei lacerti musivi emersi con la prima campagna di scavi, quella effettuata dal professor Mario Mirabella Roberti dell’Università di Trieste tra il 1960 e il 1969.
Le indagini condotte due anni fa da Esplora Srl, startup dell’Università di Trieste, hanno individuato, tramite il georadar, i segni (sotterranei) di una strada che da via Romana portava alla chiesa parrocchiale di San Canzian. Il collegamento tra l’area in cui si trova la chiesetta di San Proto e quella dedicata, su preesistenze romane, al culto dei martiri Canziani è esistita, con ogni probabilità, fino alla costruzione della “centa” della chiesa. Trovando quindi un ostacolo e non avendo più utilità, è stata abbandonata per il tracciato attuale. I risultati di fatto hanno confermato l’esito degli scavi condotti negli anni ’60 dall’archeologo Mario Mirabella Roberti, ma hanno anche evidenziato due nuove costruzioni di fronte il portale principale della parrocchiale. L’area è quindi oggetto di studio da parte dell’archeologo incaricato dal Comune, Dario Innocenti. Lo scavo è sceso fino a mezzo metro rispetto al piano di calpestio in tutta la porzione compresa tra l’ingresso della parrocchiale e l’oratorio, rimasti ovviamente accessibili in queste tre settimane di lavori rallentati dalla pioggia.
L’indagine, che avrebbe già dovuto essere ultimata, sarà completata, secondo quanto riferisce il Comune, entro la fine di maggio. «Poi l’archeologo stenderà la sua relazione e, se non ci saranno ritrovamenti e di conseguenza prescrizioni da parte della Soprintendenza di rilievo, contiamo di iniziare i lavori a settembre», spiega il sindaco Claudio Fratta. Condivisa con il parroco, don Francesco Fragiacomo, l’operazione, da 130 mila euro, prevede l’utilizzo di una pavimentazione di colori diversi per segnare il diverso uso delle aree e valorizzare la presenza sia della parrocchiale e dell’annesso Antiquarium, sia degli scavi che si aprono a fianco della chiesa dei Santi martiri Canziani (e ora sono sommersi dal verde).
Eliminate le barriere architettoniche esistenti, il progetto, che prevede il solo accesso dei mezzi autorizzati per le cerimonie o per emergenza e del parroco in quanto frontista, punta inoltre a creare una continuità tra area pavimentata e zona verde, spostando l’altare dedicato ai martiri Canziani nello spazio lastricato con cubetti dalle sfumature gialle e rosse, i colori dello stemma comunale, di fatto l’area in cui si trovava la basilica paleocristiana la cui memoria sarà riportata in vita delineandone il perimetro con pietra bianca d’Aurisina.
Autore: Laura Blasich
Fonte: www.ilpiccolo.gelocal.it, 16 mag 2023