Con quasi centocinquantamila turisti all’anno e la minaccia incombente di progetti che prevedono un’area industriale, nuove strade, un aeroporto e una centrale eolica, gli scavi di Saepinum in Molise sono l’emblema della disattenzione che spesso subiscono siti archeologi di grande importanza.
E’ quanto è emerso nel corso della conferenza stampa organizzata da Coldiretti, Italia Nostra, WWF, INASA, Comitato per la Bellezza e Comitato per il Paesaggio “I siti archeologici delle aree interne: una risorsa per l’Italia delle qualità” che ha affrontato il caso della città romana dei tratturi, che sorge nella magnifica conca montana dell’alto Tammaro, dove agricoltura e natura si sposano intorno al tratturo più famoso: il “Pescasseroli-Candela”.
Il tratturo, intatto per oltre 10 chilometri, incontra al centro della Valle il sito archeologico magnificamente conservato dell’antica città di Saepinum, una piccola città romana i cui scavi hanno messo in luce la più importante testimonianza archeologica dell’Italia centrale, il sentiero Italia, la storica statale 86, oggi dismessa e riconducibile al panoramico percorso misto (quiet road) per auto, bici, pedoni e cavalli; altri non secondari siti archeologici e sulle alture i resti degli insediamenti sannitici. Un territorio che rappresenta un punto di forza per l’intera regione Molise e che ha tutti i numeri per confrontarsi con altre realtà economiche, già affermatesi in tante parti d’Italia, capaci di esprimere una fiorente attività agricola e una conseguente e collaterale attività turistica ed agrituristica.
In questa conca montana di soli 10 km per 10 i tentativi irragionevoli che attentano al paesaggio e alla ben conservata bellezza si susseguono da anni. Prima una nuova area industriale di oltre 100 ettari (pur in presenza di altre aree già organizzate e sottoutilizzate a pochi chilometri). Poi un nuovo inutile asse di scorrimento viario per il Molise che non risolve ancora il suo collegamento essenziale con l’Autostrada del Sole. Ancora lo scorso anno un progetto di aeroporto del Molise (solo 300.000 abitanti) a pochi metri dalle mura della città antica e ai danni dei terreni più fertili per l’agricoltura. Ora, da ultimo, una centrale eolica con 19 torri alte 126 metri, come la cupola di San Pietro, da sistemare sul crinale che chiude a Est la valle.
Una localizzazione dissennata per una energia che vuole e può in alcuni casi essere veramente utile e pulita. Questo esempio negativo – hanno sostenuto Coldiretti, Italia Nostra, INASA, WWF, Comitato per la Bellezza e Comitato per il Paesaggio – deve far meditare il Ministro dei beni culturali Rocco Buttiglione sugli effetti di questi grandiosi apparati industriali sulle aree archeologiche e sui siti monumentali distribuiti per le valli e gli altopiani del Paese, che vanno tutelati e preservati da dure ed irreparabili trasformazioni. E’ anche il tempo – hanno sostenuto gli organizzatori – di riempire il concetto giuridico di paesaggio di contenuti e progetti e mettere in campo strumenti di tutela attiva e remunerativa per le popolazione locali. Il Ministero dei Beni Culturali – hanno concluso – deve dotarsi di strumenti per affrontare nella sua interezza il tema della salvaguardia dei siti archeologici con provvedimenti normativi e con interventi finanziari che sappiano mobilitare investimenti per le aree interne in grado di offrire buone ed aggiuntive occasioni per il turismo italiano.
Fonte: Sussidiario.it 04/08/05