Il via libera potrebbe essere dato prima dell’inizio dell’estate. Ci sono tutte le autorizzazioni, non resta che aspettare che l’amministrazione di Ronchi dei Legionari possa dare inizio alle nuove operazioni di scavo dei resti della villa romana che già negli anni Ottanta è stata rinvenuta in via dei Raparoni, a ridosso del perimetro aeroportuale.
La villa romana, però, è stata ritrovata solo in parte e durante la prima campagna di scavi, che ha portato alla luce 600 metri quadrati della villa, mediante opportuni sondaggi si è potuto appurare che le sue dimensioni si estendono anche a sud-ovest, all’interno dell’aeroporto, a una profondità di circa 60 centimetri. Formalizzato il passaggio di un’area di 3mila metri quadrati dall’Enac e dalla società di gestione dello scalo aeroportuale alla municipalità ronchese, ora sarà possibile spostare la recinzione e ricominciare a scavare. Già pregustando ciò che sarà possibile ritrovare nel terreno.
Tutto è pronto e un accordo con il Ministero dei beni culturali, oltrechè con la Soprintendenza regionale, potrebbe permettere, come detto, di avviare l’attività di scavo. C’è di più.
Domenica 18 aprile, alle 11, nell’ambito della settimana della cultura, un archeologo darà modo a tutti gli interessati di eseguire una visita guidata al sito archeologico ronchese, mentre la settimana successiva, per la prima volta, la villa romana di via dei Raparoni sarà accessibile liberamente, nelle giornate di martedì e giovedì, grazie a un’iniziativa promossa dalla biblioteca comunale ”Sandro Pertini”, dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 17.
Alla cessione della nuova area di scavo si è arrivati anche dopo aver appurato che la zona, che si trova a 400 metri dalla testata pista “27”, non è interessata da piani aeronautici a protezione della pista di volo e non risulta interessata da alcun vincolo.
Nel 1987 durante i lavori di potenziamento della rete idrica di Trieste, con enorme sorpresa vennero alla luce alcune strutture di epoca romana. Le ricerche eseguite negli anni successivi riportarono alla luce una villa rustica di circa 600 metri quadrati le cui dimensioni si estendono anche all’interno dell’aeroporto. La villa rustica venne abitata per un periodo piuttosto lungo, compreso tra la metà del I secolo a.C. ed il III secolo d.C .
Lungo quest’arco di tempo subì varie ristrutturazioni, di cui tre principali, durante le quali alcuni ambienti e interi quartieri dell’edificio vennero modificati.
La valorizzazione va collocata in un progetto ben più ampio, denominato “Luoghi di vita rurale”, che ha previsto anche la realizzazione dell’antiquarium, utilizzando il restaurato edificio ottocentesco di Androna Palmada nel quale dovranno essere collocati i reperti più significativi provenienti dagli scavi coordinati dalla Soprintendenza.
Il sito archeologico prossimo al suo ampliamento e l’antiquarium di Ronchi, inoltre, sono stati collocati in un progetto territoriale che prevede la creazione di una nuova rete di sentieri e percorsi tematici che costituiranno un ”museo diffuso” valorizzando ogni presenza storica. Esso, comunque, può essere sempre visitato facendo richiesta alla biblioteca comunale, telefonando al numero 0481-477205.
La villa romana, però, è stata ritrovata solo in parte e durante la prima campagna di scavi, che ha portato alla luce 600 metri quadrati della villa, mediante opportuni sondaggi si è potuto appurare che le sue dimensioni si estendono anche a sud-ovest, all’interno dell’aeroporto, a una profondità di circa 60 centimetri. Formalizzato il passaggio di un’area di 3mila metri quadrati dall’Enac e dalla società di gestione dello scalo aeroportuale alla municipalità ronchese, ora sarà possibile spostare la recinzione e ricominciare a scavare. Già pregustando ciò che sarà possibile ritrovare nel terreno.
Tutto è pronto e un accordo con il Ministero dei beni culturali, oltrechè con la Soprintendenza regionale, potrebbe permettere, come detto, di avviare l’attività di scavo. C’è di più.
Domenica 18 aprile, alle 11, nell’ambito della settimana della cultura, un archeologo darà modo a tutti gli interessati di eseguire una visita guidata al sito archeologico ronchese, mentre la settimana successiva, per la prima volta, la villa romana di via dei Raparoni sarà accessibile liberamente, nelle giornate di martedì e giovedì, grazie a un’iniziativa promossa dalla biblioteca comunale ”Sandro Pertini”, dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 17.
Alla cessione della nuova area di scavo si è arrivati anche dopo aver appurato che la zona, che si trova a 400 metri dalla testata pista “27”, non è interessata da piani aeronautici a protezione della pista di volo e non risulta interessata da alcun vincolo.
Nel 1987 durante i lavori di potenziamento della rete idrica di Trieste, con enorme sorpresa vennero alla luce alcune strutture di epoca romana. Le ricerche eseguite negli anni successivi riportarono alla luce una villa rustica di circa 600 metri quadrati le cui dimensioni si estendono anche all’interno dell’aeroporto. La villa rustica venne abitata per un periodo piuttosto lungo, compreso tra la metà del I secolo a.C. ed il III secolo d.C .
Lungo quest’arco di tempo subì varie ristrutturazioni, di cui tre principali, durante le quali alcuni ambienti e interi quartieri dell’edificio vennero modificati.
La valorizzazione va collocata in un progetto ben più ampio, denominato “Luoghi di vita rurale”, che ha previsto anche la realizzazione dell’antiquarium, utilizzando il restaurato edificio ottocentesco di Androna Palmada nel quale dovranno essere collocati i reperti più significativi provenienti dagli scavi coordinati dalla Soprintendenza.
Il sito archeologico prossimo al suo ampliamento e l’antiquarium di Ronchi, inoltre, sono stati collocati in un progetto territoriale che prevede la creazione di una nuova rete di sentieri e percorsi tematici che costituiranno un ”museo diffuso” valorizzando ogni presenza storica. Esso, comunque, può essere sempre visitato facendo richiesta alla biblioteca comunale, telefonando al numero 0481-477205.
Autore: Luca Perrino.
Fonte: il Piccolo — 02 aprile 2010.