Impensabile. Una necropoli sotto casa, a pochi metri dall’affollatissima via Portuense, fra palazzoni alti sei-sette piani e file di auto parcheggiate all’inverosimile. Scoperta per caso nel 2000 durante i lavori di sbancamento per realizzare box, nel XV municipio, in via Riccardo Bianchi, dopo quasi cinque anni di scavo e di restauro da parte degli archeologi della Soprintendenza romana è stata appena aperta al pubblico con una grande festa: letture di brani di testi antichi da parte di attori dell’Eleusis Teatro in costume romano, guida artistica con Ileana Izzillo che ha illustrato gli ambienti e la loro storia e i discorsi del presidente del municipio, Gianni Paris e di Adriano Labbucci, presidente del consiglio della Provincia di Roma.
L’area archeologica di Vigna Pia, che risale a I secolo d.C., è formata da due nuclei ben distinti che probabilmente ospitavano le sepolture di più famiglie. Il settore più grande è costituito dai resti di un ambiente destinato alla ristorazione con tanto di tinello dove i parenti del morto consumavano il banchetto funebre, un pozzo per l’acqua e un focolare per la cottura.
Intorno le tombe, una quindicina complessivamente e di varie tipologie: a camera con fosse per inumati, a nicchie e a cappuccina; tantissime olle per incinerati ed un piccolo colombario. A rendere ancora più prezioso il ritrovamento, tre piccole stele marmoree con dedica agli illustri defunti e tre affreschi raffiguranti un toro e delle rose. A terra tratti di pavimento in mattoni disposti a spicatum e di mosaici geometrici con tasselli in bianco e nero.
L’intera opera, che prevede anche la realizzazione nello spazio antistante il sito archeologico di un giardino destinato a verde pubblico, è costata fino ad oggi 120mila euro ed è sorta grazie al concorso professionale e finanziario della Soprintendenza, del XV municipio e della Provincia. «A tale proposito – ha detto la dottoressa Laura Cianfriglia della Soprintendenza – abbiamo già ottenuto un finanziamento di 20mila euro per completare il restauro degli affreschi ed altrettanti ne chiederemo negli anni successivi per iniziare i lavori di conservazione dell’intero complesso».
Fonte: Il Messaggero 22/05/2006
Autore: Sergio Silva
Cronologia: Arch. Romana