Lo scavo, che secondo Spinola rappresenta una “vera rarità”, ha portato alla luce un’area nella quale è stata sepolta “gente di classe medio bassa: schiavi, liberti e artigiani. Solo in un’ultima fase del suo impiego, la necropoli ha ospitato persone più ricche. E’ successo che le famiglie di cavalieri comprassero le tombe più povere, ormai in abbandono, riconvertendole in tombe più ricche. Per questo -aggiunge l’archeologo- ci sono sarcofagi e mosaici di un certo pregio”.
Le tombe sono state rinvenute in un ottimo stato di conservazione: “L’area è stata oggetto di frane: la ghiaia e l’argilla hanno sigillato le tombe permettendo che arrivassero a noi intatte come sono state lasciate. Ciò consente -dice Spinola- di disporre di una messe infinita di informazioni su quello che le fonti latine non dicono. Le fonti parlano di grandi tombe e di grandi uomini. Qui, invece, la storia è fatta dalla gente più semplice”. Persone comuni come ad esempio Alcimo, schiavo di Nerone addetto alle scenografie del teatro di Pompeo. I resti vanno dunque inquadrati nell’ambito “familiare e di quartiere”. Un’altra particolarità è che la necropoli era di fatto ‘multietnica’.
“Furono sepolte -racconta Spinola- persone di origine asiatica o palestinese. Un dato emerso grazie ai nomi riportati sulle iscrizioni, dai quali si deduce la provenienza dei defunti”. Tra le altre novità spicca il rinvenimento di un’area destinata alle cremazioni che di rado si conserva in complessi di questo tipo. Ad essere proposto è anche un percorso hi-tech. Nel nuovo percorso espositivo il visitatore potrà consultare i monitor touch-screen dislocati in undici postazioni, ciascuna delle quali illustra tutta la zona archeologica, con ricostruzioni virtuali e schede informative. Non manca, infine, una serie di pannelli esplicativi.
Fonte: http://www.liberoquotidiano.it , 14 dic 2013