A partire da giovedì 18 ottobre 2007, dopo 2 anni di lavori promossi dal Comune di Roma, Assessorato alle Politiche Culturali, i Mercati di Traiano sono riaperti al pubblico gli ambienti interni restaurati – nello specifico, gli edifici della Grande Aula e il Corpo Centrale – offrendo alla città il nuovo Museo dei Fori Imperiali di Roma, uno spazio unico al mondo, primo esempio di museo di architettura antica concepito in questo modo.
Grazie all’apertura di questa nuova prestigiosa sede del Museo dei Fori Imperiali, che entra a far pare del Sistema Musei Civici gestiti da Zètema Progetto Cultura, l’offerta culturale proposta dall’Amministrazione Comunale si potenzia ulteriormente. Uno spazio che occupa una superficie di 2.078 metri quadrati – i due piani dell’edificio della Grande Aula ed uno del Corpo Centrale – ed ospita 172 frammenti originali in marmo, provenienti dai Fori Imperiali, 15 calchi e 12 ricomposizioni, 4 delle quali di partiti architettonici, quindi, di grandi dimensioni: tre restituiscono parti del Foro di Augusto (l’attico dei portici, la nicchia dei portici e l’ordine della facciata dei portici), uno del Foro di Nerva (l’attico dei portici).
Interventi di restauro all’avanguardia e operazioni di allestimento museale che hanno seguito concezioni e metodologie museografiche innovative sono gli elementi che rendono il Museo dei Fori Imperiali unico al mondo nel suo genere e nella sua impostazione metodologica e scientifica. Un Museo dedicato alla decorazione scultoreo-architettonica dei Fori, che si propone di affrontarne gli aspetti costruttivi e di restituire la visione “finale” originale degli edifici.
La storia
Il complesso monumentale dei “Mercati di Traiano” – chiamato così in occasione della “riscoperta” negli anni 1926-1934, ma in verità in modo improprio poiché non è mai stato dimostrato che gli spazi assolvessero la funzione di “mercati” – è stato costruito agli inizi del II secolo d.C. contestualmente al Foro di Traiano (112 d.C.), lungo le pendici del colle Quirinale. Articolato su sei livelli, con edifici distinti da vie basolate (una delle quali è denominata dalle fonti medioevali come “Via Biberatica”), era in realtà un centro “polifunzionale”, con attività amministrative al servizio del Foro di Traiano.
Grazie alla sua posizione elevata i Mercati di Traiano sono stati oggetto, nel corso del tempo, di continue rioccupazioni e trasformazioni, tra le quali quella di un “castello” medioevale e quella monastica di età rinascimentale, testimoniata ancora oggi dalla chiesa dedicata a Santa Caterina da Siena. Dagli anni Novanta del Novecento i Mercati hanno conosciuto una stagione di attività culturali ed espositive di alto livello che li hanno resi un luogo di cultura imprescindibile nel panorama romano.
Dal febbraio 2005 la parte superiore del complesso monumentale dei Mercati di Traiano è stata chiusa al pubblico per interventi di restauro conservativo e strutturale, necessari per l’adeguamento alle nuove normative antisismiche. Con la finalità del nuovo Museo dei Fori Imperiali, i Mercati di Traiano affrontano oggi una diversa destinazione d’uso, ancora una volta nella loro storia, testimoniando una vocazione ad essere spazio “vivo” e in continua evoluzione.
Il restauro e la conversione a museo
Il progetto affidato allo “Studio Croci & Associati” (Giorgio Croci, Alessandro Bozzetti) ha dimostrato, grazie ad un modello matematico, il pericolo di crollo della Grande Aula nel caso di terremoti. Si è reso quindi necessario un intervento di salvaguardia del sito archeologico che ha portato alla progettazione di un sistema di incatenamenti sui quattro livelli dell’edificio e l’inserimento di controventature sopra i corridoi del primo piano per impedire il distacco delle due ali laterali dall’ambiente centrale dell’Aula, diretto da Lucrezia Ungaro, Anna Maria Cusanno, Antonella Malatesta e Massimo Vitti con il supporto di Marisa Fochetti, Elena Speranza e Valentina Alunni, e realizzato dalle Imprese “D’Adiutorio Costruzioni s.r.l.” (Carlo D’Adiutorio) e “Costruzioni Cassandra s.r.l.” (Luigi Pingaro). Operazioni analoghe di incatenamento sono state studiate e realizzate anche nell’edificio del Corpo Centrale.
Nel complesso monumentale dei Mercati di Traiano sono state realizzate opere primarie – gli impianti, i collegamenti verticali, l’abbattimento delle barriere architettoniche – e sono stati ripristinati i percorsi esterni, allargati a zone fino ad ora rimaste marginali e sconosciute.
Sono state introdotte soluzioni tecnologiche innovative – come le chiusure della Grande Aula in lastre di polimetilmetacrilato collegate solo con piastre di acciaio realizzate, su progetto di RAConsulting con Emanuele Cordelli da ClaxItalia e l’utilizzo di acciaio cor.ten per alcuni allestimenti e restauri, curati da Studio Labics e realizzati da Progetto Artiser s.n.c. per Zetema Progetto Cultura – accanto a sistemi più tradizionali – come i percorsi esterni su passerelle in ferro e legno, materiali tipici della carpenteria, curati da Riccardo D’Aquino e Luigi Franciosini.
La scelta di integrare innovazione e tradizione è stata dettata dall’analisi approfondita delle modalità costruttive del monumento e dalla volontà di sottolinearne il funzionamento, anche sfruttando con discrezione l’inserimento dei nuovi interventi.
La pulitura della volta monumentale della Grande Aula ha riportato alla luce il conglomerato romano, annullato sotto uno spesso strato di smog e ha fornito preziose informazioni sulla tecnica costruttiva, restituendole luminosità ed evidenziando le lesioni e i restauri succeduti nel tempo, tra i quali la tamponatura di un oculo medioevale risalente agli anni 1926-1934.
Dal 1985 ad oggi, nei depositi formatisi nell’area forense dopo gli scavi del Novecento sono stati inventariati e documentati circa 40.000 frammenti. In realtà si tratta di una percentuale esigua rispetto all’enorme quantità di marmi utilizzata, dalle lastre di rivestimento ai blocchi della struttura portante.
Gli interventi attuati nei depositi dei Fori e dei Mercati nel corso di circa venti anni hanno riguardato un lungo e complesso lavoro di inventariazione e documentazione, che continua ancora oggi e garantirà un costante aggiornamento della collezione permanente del Museo dei Fori Imperiali.
Fin dall’inizio si è posto il problema di acquisire tutti i dati disponibili ai fini della ricostruzione degli edifici antichi e dei loro partiti architettonici. Tale capillare riesame ha permesso di individuare i pezzi più significativi, che sono stati quindi oggetto di una campagna di documentazione grafica e di restauro conservativo, salvando il modellato di alcuni dei frammenti da una perdita completa.
Parallelamente è stato possibile procedere anche al restauro dei monumenti superstiti, permettendo in molte occasioni di verificare la rispondenza tra la lettura della costruzione e l’esame della sua decorazione, incrociando i dati provenienti da approcci di studio differenti, come nel caso del Foro di Augusto.
I risultati scientifici di queste operazioni sono stati di indubbia importanza, sia per l’individuazione di contesti tipologici nuovi, sia per la definizione degli ordini architettonici, e quindi dell’aspetto antico dei complessi forensi, ed hanno costituito la base conoscitiva indispensabile per il progetto museale.
L’allestimento
Il progetto di allestimento, ideato da “Studio il Laboratorio” (Paolo Martellotti) e realizzato dal consorzio Artesistemi s.c.a.r.l. (Marcello Mazzotta, con Cecilia Bernardini e Morini Maurizio & C.S.a.s.), si è posto l’obiettivo di dare continuità ai motivi architettonici. L’approccio ai materiali originali ha escluso il ricorso all’inserimento di perni per il loro assemblaggio. Si è scelto invece, attraverso ricomposizioni di partiture architettoniche del grandioso sistema urbanistico dei Fori Imperiali, di accostare ai frammenti originali sia calchi di altri originali (che per diversi motivi non potevano essere utilizzati) sia integrazioni modulari in pietra moderna. Una scelta museografica di piena reversibilità dell’allestimento, che permetterà di completare le ricomposizioni con eventuali nuovi frammenti che potranno emergere a seguito del prosieguo degli scavi e degli studi archeologici.
Tale approccio consente di rapportare i frammenti alla loro integrità architettonica e alla loro ricontestualizzazione nei Fori, rendendone possibile la “percezione” volumetrica, monumentale e simbolica. Ove possibile, nei limiti dovuti anche all’architettura straordinaria dei Mercati di Traiano, le ricomposizioni sono state sviluppate anche in altezza, allo scopo di evocare il rapporto spaziale reale e di evidenziare sia l’apparato decorativo e simbolico sia il suo rapporto con il sistema costruttivo.
IL SISTEMA DI COMUNICAZIONE INTEGRATO E LA DIDATTICA
L’innovazione metodologica e tecnologica del Museo dei Fori Imperiali coinvolge anche la comunicazione e la didattica. Un sistema di comunicazione “misto”, a cura del personale scientifico del Museo dei Fori Imperiali (Lucrezia Ungaro, Marina Milella, Massimo Vitti) e sulla base della consulenza scientifica di Andrea Coletta, Anita Lalle e Patrizia Maisto con il supporto di Marco Sartini e Paolo Vigliarolo, delle riprese fotografiche di Stefano Castellani, dei disegni di Maria Luisa Vitali, delle ricostruzioni in 3D di Marco Bianchini e di Nicola Russo e delle assonometrie ricostruttive dei Fori Imperiali elaborate dall’Ufficio della Sovrintendenza “Area Archeologica dei Fori Imperiali”: Roberto Meneghini, Riccardo Santangeli Valenzani combina la pannellistica tradizionale – accuratamente studiata per non interferire o nascondere gli ambienti grazie alla scelta di supporti e materiali trasparenti – con un filmato introduttivo all’area dei Fori Imperiali – a cura di PIN s.c.r.l. e EJWD nell’ambito della rete europea Epoch – e con singoli videopannelli che – grazie ad animazioni realizzate con l’uso di nuove tecnologie e volumetrie tridimensionali dallo Studio Inklink – consentono di stabilire con immediatezza il rapporto tra il frammento esposto, la ricostruzione dell’edificio da cui proviene e l’animazione del contesto vissuto ed abitato.
L’utilizzo del linguaggio informatico e, più semplicemente, delle immagini, ha infatti come scopo la comprensibilità da parte di tutti i visitatori ed il richiamo per quelli più giovani, ormai proiettati verso la tecnologia.
Il rapporto con le dimensioni spazio-tempo, inoltre, è affidato alle “vedute” verso l’esterno. In diversi punti sono stati collocati “inviti” ad osservare le caratteristiche dei Mercati di Traiano e, al tempo stesso, a mettersi in relazione tramite affacci e finestre con il suggestivo ambiente esterno e con la storia delle sue trasformazioni nel tempo. Una sorta di suggerimento a proseguire la visita verso i percorsi esterni dei Mercati ed i resti archeologici nelle aree forensi.
L’accessibilità
L’allestimento del Museo dei Fori Imperiali ha prestato particolare attenzione alla percorribilità da parte di tutte le categorie di visitatori. Sui due lati della Grande Aula sono stati ricavati una piattaforma elevatrice che scende al livello della via Biberatica ed un ascensore oledinamico che sale alla quota del Giardino di Torre delle Milizie per consentire un percorso agevole per tutti, così come le rampe d’accesso per i vani interni con gradino, le passerelle e le rampe in legno e in cor.ten, e una piccola piattaforma elevatrice presso il Grande Emiciclo.
Il percorso espositivo
Il percorso espositivo inizia dalla Grande Aula – da cui si accede al nuovo Museo dei Fori Imperiali (in via IV Novembre 94). A questo primo livello l’esposizione permanente occupa lo spazio centrale e di undici ambienti (denominati “tabernae”) che vi si affacciano. Il percorso prosegue al secondo livello, nei vani che si dispongono sui due “matronei” e negli ambienti dell’edifico del Corpo Centrale.
In fondo alla Grande Aula si sviluppa in altezza la ricomposizione dell’attico dei portici del Foro di Augusto con frammenti originali, calchi in resina e integrazioni in pietra calcarea, secondo l’approccio scientifico già illustrato. Eccezionalmente per l’inaugurazione del Museo è stato concesso dalla Soprintendenza ai Beni Archeologici della Toscana il prestito della cariatide originale, conservata a Villa Corsini a Firenze, per un confronto con il suo calco in resina utilizzato nella ricomposizione.
Negli ambienti laterali sono ospitate le sezioni dedicate all’introduzione generale all’intera area forense e ad ognuno dei Fori, oltre che i servizi di biglietteria, guardaroba, bookshop e la sala multimediale.
La seconda taberna sul lato nord, a destra rispetto a chi entra, illustra i risultati degli scavi condotti negli ultimi anni nelle piazze monumentali, sintetizzandoli simbolicamente con l’esposizione della testa di una statua di Costantino ricavata mediante la rilavorazione del ritratto di un imperatore precedente e rinvenuta nel 2006 in un condotto fognario del Foro di Traiano.
Le tabernae successive rappresentano i singoli Fori attraverso le sculture e le decorazioni architettoniche più significative per decodificare il linguaggio iconografico di autocelebrazione dell’imperatore committente di ogni Foro, portatore con il proprio imperium della pace e della prosperità nell’Impero.
Del Foro di Cesare, inaugurato nel 46 a.C., è esposto uno splendido blocco di fregio-architrave con Amorini dalla decorazione interna della cella del Tempio di Venere Genitrice, relativo al restauro di età traianea e decorato sul lato anteriore con una teoria di amorini e sul piano inferiore da un lacunare ed un soffitto a cassettoni, ricco di racemi vegetali.
Per il Foro di Augusto (2 a.C.), è stato sistemato il prezioso piede di bronzo dorato di una figura femminile, presumibilmente una Vittoria, posta sul coronamento del Tempio di Marte Ultore.
Il Tempio della Pace (75 d.C.) è rappresentato da opere che ne mostrano la funzione culturale e la ricca decorazione scultorea: la testina in bronzo attribuita al filosofo Crisippo rinvenuta di recente e presumibilmente proveniente dalla biblioteca, e le ricomposizioni delle basi iscritte di statue greche e della vasca (labrum) in porfido che ne decoravano il vasto giardino.
Il Foro di Nerva (97 d.C.) presenta la ricostruzione del fregio con bucrani e strumenti sacrificali che ornava il Tempio di Minerva, e quella del pannello con Provincia pertinente la decorazione dell’attico dei portici, ricomposto con frammenti recuperati nelle ultime indagini archeologiche e particolarmente importante perché ha modificato l’interpretazione del motivo iconografico da teoria di divinità a teoria di Province, a celebrazione della grandezza dell’Impero Romano.
La sezione sul Foro di Traiano (112 d.C.) ha come suo simbolo una statua maschile di personaggio con corazza, pertinente alla teoria di statue onorarie che decoravano i portici della piazza.
I Mercati di Traiano sono simboleggiati dall’architrave con iscrizione di Orazio Rogato, amministratore del Foro di Traiano in età severiana (inizi del III secolo d.C.), ad indicazione del ruolo amministrativo del complesso monumentale
Al livello superiore, negli ambienti che si dispongono sui “matronei”, sono poste a nord la sezione dedicata al Foro di Cesare e sul lato opposto quella della “Memoria dell’antico”.
Nella prima sezione sono allestite parti della decorazione esterna ed interna del Tempio di Venere Genitrice nel Foro di Cesare della fase traianea, con frammenti di cornice, tra cui spicca per finezza stilistica la cornice con sima decorata da delfini e tridenti allusivo a Venere, e dei cinque tipi di pannelli con Amorini, raffigurati mentre sacrificano tori, adornano altari, sorreggono ghirlande o altri attributi. La ricorrenza delle figure nude ed alate degli Amorini (o Eroti), va spiegata con il riferimento ad Eros, il figlio di Venere. Più in generale, l’intera iconografia allude al concetto della discendenza di Cesare dalla dea dell’Amore, e quindi alla sua natura semidivina.
La sezione “Memoria dell’antico” mostra il Tempio di Marte Ultore nel Foro di Augusto, sia attraverso il suo inserimento topografico nel complesso rappresentato nello storico plastico in gesso realizzato da Italo Gismondi dopo gli scavi degli anni Trenta del Novecento, sia attraverso i frammenti della sua decorazione architettonica. Tra questi, lo splendido capitello di lesena con Pegasi (cavalli alati) della decorazione interna della cella e, per indicare le dimensioni colossali dell’edificio, un frammento con angolo d’abaco di un capitello corinzio di colonna dall’ordine esterno.
La sezione dedicata al Foro di Augusto si sviluppa, infine, lungo gli ambienti dell’edificio del Corpo Centrale posti allo stesso livello.
L’importanza architettonica e politica di questo complesso monumentale è chiaramente dimostrata dalla sua adozione come “modello” nei Fori delle Province romane, ed in particolare nell’antica Spagna. Per questo, per l’inaugurazione del Museo sono stati ottenuti dall’Amministrazione delle città spagnole di Merida e Madrid i prestiti dei calchi dei gruppi scultorei centrali rinvenuti nei Fori di Merida e Cordova.
Parte dell’esposizione è riservata all’Aula del Colosso, riccamente rivestita da marmi policromi e, sulla parete di fondo, da lastre marmoree dipinte ad imitazione di un tessuto decorato con motivi vegetali. Sulla parete si stagliava il Colosso, la statua acrolitica alta circa 12 metri di cui, oltre alle impronte sul podio e sulla parete, restano frammenti in prezioso marmo greco della mano destra chiusa che tiene un attributo, del dorso della mano sinistra e del braccio. La statua doveva raffigurare un personaggio maschile con il capo velato e con lituo in mano: coerentemente all’intero programma iconografico del Foro, rappresentava forse il genius Augusti, alludendo all’Età dell’Oro e di Pace garantita da Augusto.
Della decorazione dei portici, ricostruita nella Grande Aula, in questa sezione sono esposti la ricomposizione della trabeazione, con fregio decorato da motivi vegetali, e preziosi frammenti di cariatidi e delle splendide teste di Giove Ammone e di divinità maschili con torques, riccamente chiaroscurate.
Il Museo dei Fori Imperiali rappresenta l’accesso all’area archeologica dei Fori da nord ed è sentito, concettualmente e topograficamente, come parte integrante di un unico percorso scientifico all’interno del “Museo all’aperto” dei Fori Imperiali. In una prossima fase il percorso museale proseguirà con la sezione dedicata al Foro di Traiano, prevista nelle due aule di testata ai margini del Grande Emiciclo, in stretto contatto con i resti degli antichi edifici nell’area archeologica stessa del Foro, e con la zona “sotterranea” della Basilica Ulpia e della Biblioteca Occidentale.
Il percorso espositivo del Museo dei Fori Imperiali intende quindi stimolare nei visitatori la percezione e la cognizione degli aspetti innovativi e significativi che essi hanno avuto nella storia di Roma: il rapporto stringente tra architettura e scultura, l’eccezionalità delle botteghe che vi hanno lavorato, le capacità costruttive, la presenza diffusa del colore ottenuto con la pittura sulla pietra e con l’uso di pietre colorate, la magnificenza degli edifici e, al tempo stesso, la loro funzionalità e centralità nella vita pubblica.
Info:
Mercati di Traiano – Museo dei Fori Imperiali – via IV novembre, 94, Roma
Orari: dal martedì alla domenica, dalle ore 9 alle ore 19, chiuso lunedì; la biglietteria chiude un’ora prima.
Biglietti: intero € 6,50; ridotto € 4,50
Tel. 0682059127 (tutti i giorni ore 9-19,30)
Organizzazione e Servizi Museali: Zètema Progetto Cultura.
Cronologia: Arch. Romana
Link: http://www.mercatiditraiano.it