Il ritrovamento e’ stato reso possibile da un’intesa e proficua attivita’ di collaborazione avviata da alcuni anni fra la Soprintendenza del Mare, la fondazione statunitense Aurora Trust (nell’ambito del progetto ArcheoRete Eolie) e l’ISPRA (Istituto Superiore per la protezione e la ricerca ambientale) del Ministero dell’Ambiente, che ha messo a disposizione la nave oceanografica Astrea.
Il progetto intrapreso nel 2009, costituisce un importante progresso nell’ambito delle ricerche archeologiche subacquee perche’ per la prima volta sono state utilizzate dotazioni tecnologiche di ultima generazione.
La nave e’ risalente al I secolo d.c. circa ed aveva a bordo oltre un centinaio di anfore, adibite al trasporto di frutta secca. Le anfore si trovano disposte in posizione leggermente diversa da quella originale, un probabile indizio del fatto che la nave, scivolando si sia appoggiata su un fianco.
”Per conoscere con precisione la natura del carico – ha proseguito Tusa – si e’ effettuato il prelievo di un’anfora e si procedera’ ad accertamenti di natura tipologica e merceologica. Ad una prima analisi possiamo supporre che fosse una nave annonaria, al servizio di Roma e che navigasse lungo le rotte nautiche commerciali dell’epoca, quali, per citarne alcune, Lilibeo- Roma, Milazzo-Roma”.
Le ricognizioni effettuate hanno portato all’individuazione di un altro relitto, anch’esso ad oltre cento metri di profondita’. Le ricerche archeologiche in alto fondale nel mare di Panarea riprenderanno il 15 luglio del 2010 per identificare con precisione il relitto ed effettuare operazioni di scavo.
”Questo risultato – ha commentato Tusa – e’ stato ottenuto grazie ad una sinergica ed innovativa collaborazione fra pubblico e privato: da un lato la Fondazione statunitense ”Aurora Trust” con cui abbiamo avviato il progetto ‘Archeorete Eolie’ e dall’altro l’Ispra”.
Fonte: Asca.it, 30-06-2010