Scoperto, nell’area di Tor Vergata a Roma, un complesso residenziale risalente al I secolo dopo Cristo con un impianto termale di almeno 500 metri quadrati. La scoperta è frutto di un’indagine preventiva condotta dalla Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma ed iniziata nel giugno 2013.
“I nove ambienti che sono stati delimitati – spiega Roberto Cereghino, direttore scientifico dello scavo – restituiscono un ricco apparato decorativo, con centinaia di frammenti provenienti da pavimentazioni musive e da stucchi dipinti e affreschi figurati. Tracce della decorazione pittorica si conservano anche sull’alzato a testimonianza di vani adornati dal celeste, dal blu, dal verde acqua, dal giallo, dal rosso e dal nero”.
I primi due ambienti indagati sono caratterizzati da piccoli pilastri a base quadrata, le suspensurae, e da un sistema di coibentazione delle pareti mediante tegulae mammatae. Elementi caratteristici degli ambienti destinati a essere riscaldati e dunque costruiti con materiali adatti a diffondere il calore e a limitare la dispersione termica. Più che certa, dunque, la funzione termale del complesso, verosimilmente alimentato da una o più diramazioni di un’ampia cisterna sotterranea a bracci, effettivamente rinvenuta a breve distanza, sotto via Galvano della Volpe.
Il cantiere didattico è il frutto di una convenzione per attività di scavo archeologico, conservazione, studio, ricerca e valorizzazione, tra la Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma e il Dipartimento di Scienze Storiche, Filosofico-Sociali, dei Beni Culturali e del Territorio dell’Università degli Studi di Roma ‘Tor Vergata’, che coinvolge, nella fattispecie, le cattedre di Archeologia e Storia dell’Arte Greca e Romana, del corso di Laurea Magistrale in Archeologia, Filologia, Letterature e Storia dell’Antichità e dei tre corsi di Laurea Triennale in Beni Culturali, Scienze dei Beni Culturali, Scienza del Turismo e Beni Culturali per Operatori del Turismo, per un periodo di 3 anni rinnovabili.La convenzione è parte di un progetto che, insieme alle attività di scavo, prevede l’avvio di laboratori didattici e di seminari incentrati sullo studio, sul rilievo e sul restauro dei manufatti archeologici (strutture e materiali) portati alla luce. Oggetto di approfondimento anche gli aspetti volti alla ricostruzione del contesto socio-culturale e del paesaggio suburbano antico del quale il complesso faceva parte.
Ma il progetto condiviso da Soprintendenza e Università non si ferma ai risultati scientifici e formativi: si sperimenterà, infatti, l’avvio di attività di promozione e valorizzazione a cura degli stessi studenti universitari. “E chissà- osserva il Soprintendente Mariarosaria Barbera- che non siano proprio i ragazzi e le ragazze di Tor Vergata a mostrarci un modo nuovo per aprire e tenere aperto un parco archeologico in periferia”. “La scarsità di risorse disponibili – continua- ci costringe sovente a ricoprire gli scavi, una volta completate le indagini. Ma il progetto triennale ci vede puntare, con l’Università di Tor Vergata, su un esperimento che mette studenti e neo laureati in condizione di studiare e di valorizzare un’area archeologica complessa e suggestiva. Se riusciranno bene in tutte le ‘materie’, il quadrante sud-orientale di Roma guadagnerà un parco archeologico e una start-up che non faticherà ad affermarsi anche altrove”.
Fonte: http://www.adnkronos.com, 13 giugno 2014