Lo scavo archeologico della Sapienza Università di Roma, diretto dalla Professoressa Clementina Panella, è in svolgimento sulle pendici nord-orientali del Palatino. Il cantiere, che, occupa il versante del Palatino tra la Piazza del Colosseo e l’Arco di Tito lungo l’attuale via Sacra. Scavi e ricerche sono date in concessione da parte del MIBACT al Dipartimento di Scienze dell’Antichità della Sapienza.
Lo scavo è inteso come un grande laboratorio che vede impegnati per due mesi l’anno studenti, allievi della Scuola di Specializzazione e dottorandi del Dipartimento di Scienze dell’Antichità della Facoltà di Lettere e Filosofia e di altre università italiane e straniere, e degli allievi del Master interfacoltà Architettura per l’Archeologia. Il lavoro proseguirà durante i mesi invernali con gli studenti e gli allievi più interessati alle tematiche dell’archeologia urbana e ai metodi della ricerca archeologica sul campo.
Alla campagna del 2015 (dall’1 giugno al 24 luglio) hanno partecipato 85 giovani divisi in due turni di 4 settimane. Gli studenti sono stati coinvolti in tutte le attività normalmente praticate in uno scavo archeologico stratigrafico: scavo manuale, redazione di elaborati grafici (planimetrie, sezioni, prospetti), redazione di documentazione scritta (schede, diario di scavo, listati di reperti, ecc.), trattamento dei reperti mobili (lavaggio, siglatura, prima classificazione). Hanno avuto modo di utilizzare strumentazione ottica ed elettronica innovativa per l’elaborazione dei dati grafici (CAD, GIS) e per l’archiviazione delle schede delle Unità Stratigrafiche e dei materiali (banche-dati), e di seguire sul campo, essendone parte attiva, una serie di ricerche scientifiche che spettano ad altri specialismi (paleobotanica, archeozoologia, geologia e pedologia). Al lavoro pratico, eseguito sotto la guida e il controllo dei docenti, sono state affiancate nel corso della campagna di scavo alcune lezioni tenute dal medesimo personale e da specialisti esterni, tese ad illustrare le metodiche utilizzate, ad ampliare la conoscenza nel campo della topografia, dell’evoluzione storico-monumentale di uno dei luoghi più centrali della città antica, dell’architettura romana, della cultura materiale dall’età regia all’età medievale e moderna. Durante i mesi invernali gli studenti affronteranno in laboratorio lo studio dei materiali, l’interpretazione delle sequenze stratigrafiche, l’informatizzazione della documentazione grafica e scritta, le ricostruzioni grafiche.
A fronte dell’attività didattica, c’è la ricerca in un sito straordinario. Al suo interno gravitano monumenti finora ignoti, di fondamentale importanza per la storia insediativa di uno dei luoghi-simbolo della città antica e della città contemporanea. Ritrovamenti del tutto eccezionali sono le tracce di capanne del X-IX secolo a.C., cioè anteriori alla fondazione della città che la tradizione fissa al 753 a.C., i resti dell’antico santuario delle Curiae Veteres attribuite dalla tradizione scritta a Romolo, i pozzi votivi con i loro depositi spettanti ad un secondo antichissimo santuario (metà/fine VIII secolo a.C.) che fronteggiava le antiche Curie sulla via che saliva dalla valle del Colosseo al Foro, una residenza aristocratica (probabile casa natale di Augusto) che si estendeva lungo la pendice del Palatino sino alla sella tra il Palatino e Velia, le rovine impressionanti del famoso incendio neroniano del 64 d.C., le grandi realizzazioni imperiali (neroniane, flavie, adrianee, severiane, tardo-antiche) che caratterizzano il paesaggio di questo settore urbano fino alle destrutturazioni dell’insediamento del VI e VII secolo d.C., alle spoliazioni di età medievale e rinascimentale e agli sterri post-unitari. Tremila anni di storia sono passati sotto gli occhi e tra le “mani”, degli archeologi, restituendo alla comunità scientifica e alla città un formidabile patrimonio di “memorie”.
Tra i rinvenimenti più spettacolari si segnalano le insegne imperiali attribuite a Massenzio, esposte oggi nel Museo Nazionale Romano di Palazzo Massimo in una sala appositamente allestita; un grande bacino in terracotta della prima metà del V secolo a.C., la cui decorazione pittorica rappresenta per Roma un unicum, esposto da pochi mesi nel Museo Palatino, le erme in marmo e i ritratti di Settimio Severo e dei suoi familiari (attualmente in corso di restauro) rinvenute nelle fondazioni di un edificio di età molto tarda (fine VI/VII secolo). Una sala del Museo Epigrafico del Museo Nazionale Romano alle Terme ospita il complesso architettonico del tempio restaurato da Claudio e la base iscritta dell’edicola dei Giulio-Claudi.
Va detto che con gli anni sono stati progressivamente chiusi alcuni settori nei quali lo scavo poteva ritenersi concluso. Molte strutture sono state reinterrate per garantirne la conservazione, altre sono attualmente in fase di restauro. Le indagini si sono perciò concentrate nel 2015 nelle antiche Curie, dove comparivano, ritagliate da murature di tutte le età, stratigrafie del V secolo a.C. Ad esse è stata dedicata l’attuale campagna.
Info:
Clementina Panella – dipartimento di Scienze dell’antichità; membro del Comitato Scientifico della Soprintendenza Speciale per il Colosseo, il Museo Nazionale Romano e l’Area Archeologica di Roma; 21 lug 2015