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ROMA: Ritrovato a Pomezia un mosaico con la testa cangiante.

Ritrovamento archeologico a Santa Palomba: il vecchio e il giovane: l’antico mosaico dal volto cangiante.

«Grazie a un effetto ottico, cambiando posizione, l’effìge di un vecchio con la barba si trasforma in quella di un ragazzo dai lunghi capelli».


Grande: tre metri per due. Policromo: con tessere di basalto e almeno dieci sfumature di colore -giallo, verde, rosso, azzurro – di pregiati marmi africani. Ma soprattutto «eccezionale», a sentire gli specialisti che pochi giorni fa lo hanno ritrovato. Addirittura «unico», almeno in Italia: perché di mosaici così ne erano stati rinvenuti alcuni rarissimi esemplari nel nord Africa, ma mai nessuno a Roma e dintorni.


A meritare tanti superlativi è un antico pavimento mosaicato tornato alla luce pochi giorni fa grazie alle indagini condotte da una cooperativa di archeologi (in collaborazione con esperti della Soprintendenza diretta da Angelo Bottini) in località «Santa Palomba», zona a vocazione industriale sull’Ardeatina, non lontana da Pomezia. Un’area già nota ed in gran parte indagata dagli specialisti, dove però fino a ieri erano stati ritrovati per lo più muri e resti di case rurali.
Stavolta invece, appena al di sotto del livello stradale, durante alcuni lavori effettuati dall’Acea, a sorpresa è spuntato lui. H mosaico, appunto. Grande, policromo ed eccezionale. Anzi, unico. Perché? «Perché tra le molte figure ritratte – spiega Roberto Cereghino, funzionario della Soprintendenza archeologica di Roma per una parte del territorio de XII Municipio – nel riquadro centrale ve ne è una particolarissima. Una testa di uomo, che cambia sembianze a seconda del punto di vista dal quale la si osserva. Grazie a un particolare effetto ottico infatti il volto di un uomo barbuto e vecchio, ruotando di 180 gradi, si trasforma in quello di un bellissimo giovinetto dai lunghi capelli».

L’area mosaicata, in discrete condizioni, dovrebbe proseguire al di sotto di una casa privata, un’area costruita e dunque difficilmente esplorabile. Anche se la Soprintendenza archeologica di Roma non esclude di adottare un provvedimento di occupazione temporanea per procedere a ulteriori indagini. Quel mosaico, è certo, fa parte di ima villa ricca, una domus del I-II secolo dopo Cristo (ma l’opera musiva, ancora in fase preliminare di studio, dovrebbe essere successiva) dotata di un’ampia struttura termale privata di cui già da tempo sono
state rinvenute tracce: «È escluso che si tratti di un edificio rurale, pur caratteristico di questa zona – commenta Cereghino -. Quanto alla figura dal volto cangiante, è probabile che si ricolleghi a qualche culto sacro, forse a riti misterici, ma è ancora presto per dirlo».

Il mosaico è stato subito distaccato dal luogo del ritrovamento e trasportato nel laboratorio di restauro della Soprintendenza, alle Terme di Diocleziano, dove verrà sottoposto a una paziente opera di ripristino e studio.

Se i lavori termineranno in tempo, prima della sua musealizzazione definitiva il mosaico dal volto cangiante potrebbe essere esposto a settembre nella grande mostra sui reperti più importanti ritrovati nella zona del Suburbio romano, che la Soprintendenza allestirà nell’edificio delle Olearie in piazza della Repubblica. Il grande mosaico, che anche dal punto di vista artistico Cereghino definisce «opera bellissima, di assoluto rilievo», è diviso in tre ampi riquadri: «L’uomo dal doppio volto si trova al centro – conclude la descrizione l’archeologo – nel primo è invece raffigurato un busto femminile, una donna con una corona di foglie, senza dubbio una rappresentazione allegorica, forse di una stagione. Nell’ultima scena, a mo’ di scacchiera, si alternano invece volti maschili e alcune decorazioni “a greca”».

 


Fonte: Corriere della Sera Roma, 28/05/2006
Autore: Edoardo Sassi
Cronologia: Arch. Romana

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