Il Ministro Urbani presenta i primi risultati del progetto Archeomar. Gli infiniti tesori nascosti nei mari del sud Italia sono l’oggetto del progetto Archeomar voluto dal Ministero per i Beni e la Attivita’ Culturali. Un progetto cominciato il 1 aprile di quest’anno e che durera’ 18 mesi. Lo scopo e’ quello di ”scoprire” e catalogare l’immenso patrimonio custodito dal nostro mare.
Il progetto riguarda le regioni Campania, Basilicata, Puglia e Calabria per un investimento pari a 7,5 milioni di euro. In sostanza la prima grande iniziativa di catalogazione e mappatura dei siti archeologici sottomarini del sud.
I dati che verranno raccolti costituiranno una banca dati che avra’ il duplice scopo di migliorare le conoscenze scientifiche in campo archeologico e di incrementare la tutela dei tesori subacquei.
Il ministero mettera’ a disposizione poi tali dati con tutti gli organi deputati al controllo delle acque: Arma dei carabinieri, Guardia di finanza, Capitanerie di porto e Guardia costiera.
Ad illustrare i primi risultati del progetto in corso che ha interessato finora i mari della Campania e della Puglia, e’ stato il ministro per i Beni e le Attivita’ Culturali, Giuliano Urbani. ”Grande ricchezza di relitti -ha spiegato il ministro- li ha ‘offerti’ il mare della Puglia. Ma anche l’isola di Capri ha riservato grandi sorprese”. Nelle acque che circondano l’isola sono stati infatti fatti tre ritrovamenti di eta’ romana, risalenti a quasi 2.000 anni fa. Il primo relitto giace un fondale sabbioso ad una profondita’ di 92 metri e presenta un carico di anfore tripolitane riferibili al I secolo dopo Cristo. Trovato poi un giacimento archeologico che si eleva dal fondale per oltre 3 metri ed e’ composto da almeno cinque tipologie di anfore differenti e per la quasi totalita’ di contenitori impiegati per il trasporto e il commercio della frutta. Anche questi sono databili al I secolo dopo Cristo. Al IV secolo dopo Cristo, invece, risalgono anfore per contenere salse di pesce ritrovate sempre nei mari di Capri. Finora sono 37 i siti documentati e posizionati in Campania e 37 quelli documentati e posizionati in Puglia. Un tale lavoro, ha spiegato ancora il ministro Urbani, servira’ non solo a scoprire la ricchezza dei nostri mari ma a riqualificare il turismo. Il ministero, nell’ambito del progetto, si impegna a recuperare quei relitti ritenuti ”eccezionali” dagli stessi archeologi che stanno lavorando al programma di censimento e di ricerca. Un lavoro, come ha spiegato Giovanni Torchia, responsabile per l’esecuzione del progetto, che fa comprendere anche lo stato dei nostri mari e della fauna ittica.
Fonte: CulturalWeb 20/08/04