La Villa di Papa Giulio III
Villa Giulia, fatta edificare da Papa Giulio III durante gli anni del suo pontificato tra il 1550 e il 1555, è uno splendido esempio di villa rinascimentale, sorta come villa suburbana, analogamente ad altri complessi cinquecenteschi di Roma e dintorni. Come nelle ville dell’antichità l’edificio residenziale, di dimensioni relativamente modeste, era inseparabile dal giardino: un giardino architettonicamente costruito, con terrazze collegate da scalinate scenografiche, ninfei e fontane adorne di sculture.
Al progetto e alla realizzazione della Villa, articolata in una serie di tre cortili che si sviluppano in profondità alle spalle del “palazzo”, parteciparono i più grandi artisti dell’epoca: il pittore, architetto e critico d’arte aretino Giorgio Vasari, l’architetto Jacopo Barozzi da Vignola e lo scultore e architetto fiorentino Bartolomeo Ammannati, la cui firma si può leggere su un pilastro, all’interno della loggia, fra il primo e il secondo cortile.
Elemento caratteristico della Villa è il ninfeo, in origine ricchissimo di decorazioni, alimentato da una canalizzazione dell’Acquedotto Vergine che corre in profondità e si manifesta nella fontana bassa del ninfeo, il primo “
Le Collezioni
Nel 1889 la villa fu destinata a Museo per raccogliere le antichità preromane del Lazio e nel 1912 fu iniziata la costruzione delle due ali del Museo, conclusa nel 1923, nell’ambito di una nuova sistemazione urbanistica dell’area circostante.
I materiali esposti provengono dal territorio fra il Tevere e il mare Tirreno (Alto Lazio) corrispondente all’antica Etruria meridionale. E’ oggi il museo più rappresentativo della civiltà etrusca che accoglie non solo alcune delle più importanti creazioni di questa civiltà ma anche prodotti greci di altissimo livello confluiti in quest’area che fu per alcuni secoli, tra l’VIII e il V sec. a.C., uno straordinario punto d’incontro di genti diverse. Nell’esposizione museale i materiali provenienti da scavi e ricerche sono raccolti per aree geografiche relative sia ad alcune delle città etrusche più importanti (Vulci, Cerveteri, Veio), sia ad alcuni centri dell’Italia preromana (Agro falisco, Latium vetus). A questi si aggiungono le ricche collezioni storiche che si ammirano al piano nobile della villa: oltre al nucleo antiquario proveniente dal Museo Kircheriano di Roma, la celebre Collezione Castellani con ceramiche, bronzi e oreficerie che comprendono splendidi gioielli antichi e raffinate creazioni ottocentesche opera degli stessi Castellani, orafi tra i più noti a Roma nella seconda metà del XIX secolo.
Famosi nel mondo il Sarcofago degli Sposi da Cerveteri, (VI sec. a.C.); la Statua di Apollo da Veio, in terracotta policroma, da poco restaurata (VI sec. a.C.) e l’altorilievo in terracotta con la raffigurazione di episodi del mito dei Sette contro Tebe, da Pyrgi, l’antico porto di Cerveteri (V sec. a.C.) con le lamine d’oro in lingua etrusca e fenicia (fine VI sec. a.C.). Da segnalare inoltre il Corredo della tomba del Guerriero di Vulci (VI sec. a.C.), l’Olpe Chigi (VII sec. a.C.) e la Cista Ficoroni con una delle più antiche iscrizioni latine (IV sec. a.C.).
Cronologia: Arch. Italica