“La fosca torre rotonda incorniciata da duemila anni di edera”, cantata dal poeta inglese Lord Byron, è uno dei monumenti funerari più significativi della romanità. Fu costruito intorno al 30-20 a.C., in epoca augustea, per ospitare le spoglie di Cecilia Metella.
La tomba di Cecilia Metella è il terzo mausoleo più grande costruito a Roma. L’iscrizione sul lato della via Appia Antica, ci testimonia che si tratta della sepoltura di una nobile, figlia e moglie di illustri personaggi della vita pubblica romana; del resto la scelta del luogo, l’imponenza del sepolcro e l’eleganza della sua decorazione si prestavano perfetiamente a celebrare la gloria delle potenti famiglie dei Metelli e dei Crassi con cui la defunta era imparentata.
La struttura è quella di una tipica tomba a tumulo, costituita da un tamburo circolare che poggia su un basamento parallelepipedo in calcestruzzo a pianta quadrata di 100 piedi romani (m. 29,57) di lato, rivestito da blocchi di travertino, oggi non più esistenti, poggia una torre cilindrica di circa m. 18 di altezza (oggi m. 11).
Il corpo cilindrico dell’edificio, che contiene la cella sepolcrale, è rivestito da blocchi di travertino e decorato da un fregio a “bucrani e ghirlande”, tipico del mondo funerario.
Agli inizi del XIV secolo, con l’aiuto del potente Papa Bonifacio VIII, il mausoleo, insieme ad altre proprietà dell’area, venne acquisito dalla famiglia Caetani, che lo trasformò in un castello fortificato con tanto di mura merlate.
Fonte: Cuore di Roma.