«Stavamo mettendo l’illuminazione fuori dalla chiesa, quando abbiamo fatto una scoperta incredibile. Non dovevamo nemmeno scavare lì». Inizia così l’enigma dello scheletro ritrovato il 6 novembre fuori dalla chiesa di San Nicola, nel Parco dell’Appia Antica, a pochi passi dal Mausoleo di Cecilia Metella, durante i lavori per il rifacimento della pavimentazione. Una sepoltura che ha fornito ai suoi scopritori molti indizi e altrettante domande.
«Questa sepoltura incuriosisce per due particolarità» racconta Stefano Roascio, funzionario archeologo del parco dell’Appia antica. «La prima è che è accompagnata da due fibbie in metallo di forma circolare, appartenenti probabilmente a una cintura a doppia fibbia, più rare per l’epoca rispetto alle cinture normali». Ci sono altri due casi di sepolture con la stessa doppia fibbia, spiega l’archeologo, una ad Alghero, in Sardegna, e un’altra sempre nell’Italia centrale.
«La seconda particolarità è che lo scheletro è legato a un muro precedente alla chiesa, che però non viene alterato, come se si volesse rispettare una sepoltura precedente. Il muretto viene rasato proprio nel punto in cui è a contatto con lo scheletro». Allo stato attuale, se la chiesa di San Nicola risale al 1302 – 1303, la datazione dello scheletro risale a poco prima della chiesa, alla seconda metà del 1200.
Per quanto le analisi siano ancora in corso, lo scheletro appartiene a un sub adulto di 15 anni, «tenendo conto che nel Medioevo era da considerare un adulto. Non era un ragazzino di 15 anni come ce lo possiamo immaginare oggi» scherza l’archeologo.
Di sepolture vicino alle chiese ce ne sono tante, ma il ritrovamento delle fibbie, rare per l’epoca, l’attenzione con cui la sepoltura è stata rispettata e il fatto che è vicino alla facciata della chiesa costruita nella tenuta della famiglia Caetani, che acquisì il fondo sull’Appia grazie alla parentela con papa Bonifacio VIII – nato Benedetto Caetani – potrebbe far pensare che questo 15enne potesse avere dei legami con la famiglia del pontefice.
«È ancora troppo presto per azzardare qualsiasi tipo di ipotesi. Sto seguendo delle piste, una delle quali fa legare la produzione di queste fibbie a Pisa, dove mi recherò a breve per fare delle ricerche, ma non dico altro».
Solo l’analisi del Carbonio 14 permetterà di completare il quadro e confermare o smentire alcune ipotesi: «Lo studio antropologico potrebbe farci capire a quale status sociale apparteneva. Di solito se c’è uno schiacciamento delle vertebre denota che era un lavoratore. Potremmo capire se era in salute o meno, com’è morto. Se non lavorava allora evidentemente apparteneva a uno status nobiliare».
Autore: Giorgia Verna
Fonte: roma.repubblica.it, 10 nov 2023