La più antica immagine al mondo della Madonna, risale al III secolo, ed è conservata a Roma, a venti metri sotto terra, in uno dei cubicoli delle catacombe di Priscilla, dove c’è l’antica basilica di San Silvestro sulla Via Salaria.
Si tratta di una immagine praticamente sconosciuta al grande pubblico, di eccezionale importanza e sulla quale gli storici e gli archeologi che hanno studiato ogni centimetro quadrato di questo reticolato scavato durante le persecuzioni di Diocleziano sono concordi nel ritenerla l’effige più antica. In nessuna altra parte del pianeta vi sono testimonianze così straordinarie e dirette della Vergine con il Bambino, spiegano il cardinale Gianfranco Ravasi, ministro della cultura vaticana e monsignor Pasquale Iacobone, segretario della Pontificia Commissione di Archeologia Sacra.
L’illuminazione nuova che è stata effettuata in questa catacomba ora riesce a far brillare questo piccolo affresco, quasi nascosto sul soffitto di una nicchia che ospitava una tomba venerata, probabilmente di un martire. Lo stucco si è conservato fino a noi e mostra una Madonna seduta col Bambino sulle ginocchia e accanto a lei il profeta Balaam che addita una stella. «La datazione del dipinto è del III secolo perciò si ritiene che questa pittura sia, dopo l’Adorazione dei Magi nella Cappella greca, la raffigurazione della Madonna e del Gesù Bambino più antica a noi pervenuta».
Le catacombe di San Silvestro prendono il nome dal Papa Silvestro, sepolto sotto l’altare. Un Pontefice che regnò per 21 anni, ma la cui immagine fu oscurata da quella dell’imperatore Costantino, suo coetaneo e vero gestore della Chiesa cattolica nel IV secolo. Silvestro fu dichiarato santo, e già un anno dopo la sua morte la sua festa liturgica si celebrava il 31 dicembre. Il suo corpo secondo la tradizione venne traslato dal luogo della sepoltura, sulla via Salaria, nella Chiesa di San Silvestro nella centralissima piazza di Roma.
Ci sono voluti secoli prima che questa Catacomba venisse di nuovo alla luce nel suo splendore teologico e artistico.
Oggi a custodire le memorie delle catacombe è la Commissione di Archeologia Sacra voluta da Pio IX e istituita il 6 gennaio 1852 «per custodire i sacri cemeteri antichi, per curarne preventivamente la conservazione, le ulteriori esplorazioni, le investigazioni, lo studio, per tutelare inoltre le più vetuste memorie dei primi secoli cristiani, i monumenti insigni, le Basiliche venerande, in Roma, nel suburbio e suolo romano e anche nelle altre Diocesi d’intesa con i rispettivi Ordinari».
Con i Patti Lateranensi la sua autorità e sfera d’azione e di studio fu estesa a tutte le catacombe esistenti sul territorio italiano.
Autore: Franca Giansoldati
Fonte: www.ilmessaggero.it, 10 giu 2019