Posto più o meno al terzo chilometro dell’Appia Antica, con i suoi 11 metri d’altezza ed un diametro di 30 metri, il mausoleo di Cecilia Metella è sicuramente uno dei monumenti più emblematici della Regina Viarum, stagliato com’è nel suo archeologico assetto sullo sfondo della collina che le sorge dietro.
Cecilia Metella era figlia di Quinto Metello Cretico e moglie di Marco Crasso (figlio del triunviro e generale di Cesare in Gallia), che probabilmente le costruì questa grande tomba (a ricordare Cecilia Metella è una iscrizione posta sul fregio).
Il corpo cilindrico della costruzione è decorato in alto da un fregio marmoreo in rilievo con festoni e bucrani (ovvero crani bovini), e per questo la località è stata chiamata nel Medioevo Capo di Bove. Corona la sommità del cilindro la balaustra e parte della merlatura “ghibellina”, quest’ultima posta nel Medioevo quando il mausoleo fu utilizzato come parte centrale di un complesso fortificato.
Al di sopra vi era la copertura a cono, tipica dei mausolei.
Addossati alla tomba, lungo la strada si vedono gli avanzi di un castello: si tratta di una fortificazione fatta costruire dai Conti di Tuscolo nel secolo XI, utilizzando appunto la tomba come torrione.
Nel 1292 il castello passò ai Caetani (la famiglia di Bonifacio VIII), che realizzarono all’interno un palazzo con cinque vasti ambienti su due piani, con finestre a bifore al primo e quadrate al superiore, fino ad una terrazza belvedere. Il castello passò poi ai Savelli, ai Colonna e infine agli Orsini, che lo detennero fino al 1482 quando fu abbandonato.
Utilizzato unicamente come ricovero da vagabondi e accampamento dagli eserciti che passavano di qui all’assalto di Roma, Sisto V nel 1589 ne avviò la demolizione, fortunatamente sospesa su richiesta del popolo.
Quanto all’aspetto attuale del Mausoleo, l’intelaiatura è quella risalente ai primi rifacimenti dei Caetani; gli elementi murati all’esterno, a destra dell’ingresso, provengono invece da alcuni sepolcri dei dintorni, scavati nel secolo scorso; all’interno del sito si trova un piccolo Antiquarium che raccoglie frammenti decorativi e iscrizioni; un lungo corridoio conduce alla camera sepolcrale da cui si accede alla sommità, che offre uno stupendo panorama.
Di fronte al castello, sull’altro lato della strada, sorgono i resti di una chiesa. Si tratta della chiesa di San Nicola di Bari, fu fatta costruire dai Caetani ed è un raro esempio di stile gotico a Roma. L’effetto è a dir poco suggestivo, scoperchiata com’è, con le lunghe pareti e le vuote finestre ad arco acuto.
Fonte: Claudio Rendina. Alla scoperta di Roma, 13 dic 2022