Quando ci scandalizziamo facilmente nella visione dell’aula di Montecitorio o di Palazzo Madama vuote durante qualche importante votazione raramente consideriamo che una significativa parte dell’attività parlamentare degli eletti si svolge non in plenaria, nell’aula principale, ma piuttosto sul territorio o ancor più nelle commissioni.
La Commissione Istruzione&Cultura di Palazzo Madama, ad esempio, ha recentissimamente approvato una risoluzione che impegna il Governo su questioni importanti rispetto alla conservazione e alla tutela delle opere d’arte nei nostri musei, spesso archiviate e esposte in maniera assai inadeguata con pericoli seri per la loro durabilità. La Commissione si è riunita cinque volte da settembre 2021 a fine novembre 2021 audendo anche enti come il CNR, l’ICOM, l’Istituto Centrale del Restauro e altre realtà. Alla fine la risoluzione è stata approvata rendendolo noto poco più di un mese fa: il 14 dicembre 2021.
Ma cosa dice questa risoluzione approvata dalla Commissione presieduta dal socialisa Riccardo Nencini? Premettendo che è fondamentale conservare al meglio il nostro patrimonio, che la tecnologia è andata molto avanti, che l’Italia ha tantissime eccellenze in questo campo, che spesso le opere sono conservate in condizioni di illuminazione e microclima spesso assolutamente inadatte e in teche che magari sono accettabili per l’esposizione ma dannose per la conservazione, giunge a impegnare il Governo a muovere dei passi.
Tra questi passi la richiesta di un monitoraggio intenso che valuti volta per volta le reali condizioni degli spazi espositivi, la fissazione di standard e best practices, l’implementazione di un sistema di sensori, una reportistica che i tecnici dovranno offrire al Ministero della Cultura. E poi l’utilizzo a questi fini dei fondi del PNRR.
La Commissione invita pure il Governo, e quindi il Ministro Franceschini, a muoversi sulla accessibilità dei depositi facendo espresso riferimento al grande progetto del Depot del Boijmans di Rotterdam che abbiamo lungamente raccontato. In definitiva la Commissione mette il dito nella piaga nei numerosi problemi di conservazione delle opere d’arte in Italia: abbiamo una enorme quantità di patrimonio, dicono i senatori dopo essersi documentati, ma lo conserviamo malissimo, non abbiamo regole, lo teniamo in spazi che pensiamo siano di protezione e invece condannano le opere a deperire. Ecco perché, tra le altre cose, la risoluzione spinge il Governo a creare un albo di aziende capaci di realizzare allestimenti idonei in modo tale che musei, fondazioni e istituzioni culturali possano attingere lì evitando il fenomeno della teca fatta dal fabbro dietro l’angolo, magari esteticamente accettabile ed economicamente economica ma incapace di proteggere davvero le opere all’interno.
“Il punto è” spiega il presidente della Commissione Cultura del Senato Riccardo Nencini ad Artribune “che soltanto il 10 o il 15 per cento delle opere nei nostri musei sono conservate come dio comanda. Abbiamo un patrimonio straordinario, abbiamo molte tecnologie a disposizione, abbiamo ottimi centri di ricerca e aziende leader nel mondo che si occupano di questi temi e dunque dobbiamo prenderne atto. Ecco il perché di questa iniziativa e il perché il voto di approvazione è stato unanime“.
Si attendono ora le mosse da parte dell’esecutivo.
Autore: Massimiliano Tonelli
Fonte: www.artribune.com, 21 gen 2022