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ROMA. Detriti, crepe e nessuna manutenzione: la Cloaca Maxima rischia di crollare.

Dopo l’alluvione del 2011 quando Colosseo e Foro furono allagati da acqua e rifiuti della Cloaca Maxima per una altezza di due metri, l’antica fognatura del VI secolo a.C., costruita al tempo dei re Tarquini, è a rischio crolli.
Cause: l’abbandono della manutenzione, gli allacci non autorizzati che sfaldano le pareti invase da montagne di cavi elettrici dismessi, i parziali crolli delle gallerie, i detriti e gli interramenti dei canali degradati. Preoccupante la situazione soprattutto nel tratto sotto la centralissima via di San Teodoro, dove il monumentale capolavoro di architettura e ingegneria idraulica, ancora oggi il sistema fognario del centro storico di Roma, presenta vistose lesioni sulla volta.
L’allarme è stato lanciato il 7 novembre al convegno dedicato all’emergenza Cloaca Maxima dall’Istituto Nazionale di Studi Romani. L’architetto della Soprintendenza ai Beni archeologici di Roma, Maria Grazia Filetici, che da un anno ha avviato una revisione del sistema fognario nell’area archeologica centrale (Fori, Colosseo ecc.) per evidenziarne problemi e criticità, ha redatto una mappa dei rischi della Cloaca consegnata all’amministrazione capitolina per gli interventi di restauro, bonifica e operazioni di spurgo.
L’alluvione del 2011 ha già dimostrato quanto la Cloaca sia inadeguata di fronte all’enorme carico delle acque, non tutte autorizzate, che la intasano: «Il rischio di inondazioni, allagamenti e smottamenti seri delle strutture portanti è troppo alto per poter essere tollerato», dichiara la Filetici. I danni strutturali si vedono a occhio nudo: sulla piazza del Clivo Argentario, che sovrasta parte della Cloaca Maxima, si notano vistosi avvallamenti, segni di cedimenti della struttura.
«La cloaca è invasa da detriti anche di grandi dimensioni: scale, tavoli, sedie, enormi fasci di plastica che occupano spazi preziosi e fanno da catalizzatore di rifiuti», dice Patrizia Fortini, responsabile della Cloaca nell’area archeologica centrale.

Autore: Tina Lepri

Fonte: Il Giornale dell’Arte, edizione online, 8 nov 2012

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