I lavori di ristrutturazione del Colosseo, iniziati lo scorso autunno, hanno portato alla luce secoli interi di graffiti. Sulla sezione di muro mostrata nella foto, gli esperti hanno scoperto strati di iscrizioni finora nascosti dalla sporcizia accumulata e dalla calcificazione. Le scritte in rosso, sbiadite dall’antichità, si confondono tra i graffiti in nero, lasciati dai visitatori dell’anfiteatro in tempi moderni.
Costruito nel I secolo d.C., il Colosseo era in grado di ospitare folle di 50.000 persone. I suoi ingressi numerati e i suoi passaggi coperti erano stati progettati per facilitare l’accesso e l’uscita degli spettatori e per separare il volgo dalle alte personalità.
Il muro ritratto nella foto delimita uno dei passaggi che portano ai livelli superiori. Lì, donne, bambini e schiavi affollavano i posti economici per assistere allo spettacolo sanguinoso degli scontri di gladiatori e belve che combattevano per la loro vita sul suolo dell’arena, 18 metri più in basso.
Anche alla luce fioca che illuminava questo passaggio, i disegni dipinti in rosso erano probabilmente facilmente visibili sullo sfondo bianco dell’intonaco. Oggi, il significato di questi segni in questo particolare luogo è un mistero, anche se altre sezioni di intonaco appena restaurate mostrano una fronda di palma in rosso (simbolo di vittoria) e le lettere “VIND”, che potrebbero far parte della parola vindicatio: vendetta.
Rebecca Benefiel, esperta di graffiti romani, ha rintracciato inoltre il debole profilo grigio di un volto inciso immediatamente sopra a quella che nella foto appare come una grande lettera “S”. “Il profilo di un volto è l’immagine più comune nei graffiti di quel tempo”, spiega la studiosa.
In epoca romana le persone raramente sovrascrivevano i propri messaggi su incisioni già esistenti. “C’era una diverso approccio alle scritte sui muri”, spiega Benefield, che insegna alla Washington and Lee University. “Ognuno aveva il suo spazio”.
Oggi il Colosseo è un monumento importante e molto visitato, e i suoi antichi graffiti sono diventati un groviglio di sovrascrizioni con le scritte-ricordo dei turisti. “Sapendo di essere in un luogo storico, in molti hanno lasciato un segno per sottolineare la propria presenza”, racconta Benefiel. I nomi e le date sono le caratteristiche più ricorrenti dei graffiti moderni. Così come il luogo d’origine del visitatore. Su questo stesso muro, ad esempio, nel 1892, tale J. Milber desiderava comunicare al mondo di esser partito dalla città Strasburgo per visitare l’anfiteatro.
Queste gallerie e questi passaggi verranno aperti al pubblico una volta che il lavoro di restauro sarà terminato. Presumibilmente un qualche tipo di barriera impedirà ai futuri turisti di aggiungere ulteriormente i propri autografi a memoria dei posteri.
Autore: A.R. Williams
Fonte: http://www.nationalgeographic.it , 31 gen 2013