Da ieri l’obelisco di Axum è un po’ più vicino all’Etiopia, sua terra di origine. E’ stato firmato nel pomeriggio l’accordo tra il primo ministro etiope Meles Zenawi e il sottosegretario agli Esteri Alfredo Mantica che prevede i dettagli sul trasferimento che potrebbe essere effettuato entro il prossimo marzo.
Ci sono voluti sette anni dalla promessa ufficiale formata nel 1997 dall’allora presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro perché quando si è trattato di attuare la missione ci si è scontrati con alcuni problemi pratici. Già, perché non è proprio uno scherzo far affrontare un viaggio a un obelisco costituito da tre tronconi di pietra per un totale di 160 tonnellate e 26 metri di altezza.
Esclusa la possibilità di una spedizione via terra e poi via mare che richiederebbe un passaggio attraverso l’Eritrea – come accadde all’andata, nel 1937: l’Etiopia non permetterebbe il passaggio di uno dei simboli più sacri della sua storia su un suolo impuro come quello del vicino nemico. L’unica possibilità è l’aereo, ma esistono due soli aerei al mondo in grado di trasportare un simile carico, il Galaxi americano e l’Antonov 124 russo. Sarà quest’ultimo a effettuare il trasporto, lo affitterà la ditta Lattanti di Roma che ha vinto l’appalto per il trasferimento. L’obelisco era stato smontato lo scorso anno dalla sua sede accanto al palazzo della Fao e al circo Massimo dopo che un fulmine lo aveva danneggiato (ma non nelle sue parti originali). Ora si trova in un deposito della Polizia di Stato e attende il via libera all’operazione.
Se l’accordo firmato ieri sarà rispettato i pezzi verranno imbarcati in una scocca disegnata come una Ferrari e caricati uno per volta sull’aereo. Poi sarà necessario un volo per il trasporto delle attrezzature, più un volo di prova. In totale fanno cinque voli come un vero e proprio ponte aereo per un’impresa che costerà 6 milioni, 2,5 per il trasporto, tre per la riqualifica del parco di Axum dove le altre steli aspettano il ritorno del fratello da Roma, e 350 mila euro già spesi per smontare l’obelisco. “Un regalo”, precisa il sottosegretario agli Esteri Alfredo Mantica, ma anche un atto dovuto, “destinato a rafforzare l’identità culturale del paese”.
Un dono che rientra all’interno di una nuova fase nelle relazioni sottolineata dalla visita di ieri, la prima dopo decenni, in cui i due Paesi si sono impegnati anche al rafforzamento delle consultazioni politiche bilaterali. Il sottosegretario Mantica ha espresso la soddisfazione di Roma per l’impegno preso dal governo etiope.: “Addis Abeba fornirà assistenza per il recupero delle salme di un migliaio di carabinieri uccisi nel novembre del 1941 a Culqaber e sepolti nelle trincee in cui avevano combattuto.
Fonte: La Stampa 19/11/04
Autore: Flavia Amabile