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ROMA. Colosseo, muro per migliaia di graffiti.

Chi ha votato via Internet il Colosseo come una delle meraviglie del mondo, forse non ha mai visto la piccola discarica a cielo aperto che si è accumulata, fra le pietre, a poche decine di metri dall’entrata. E non aveva letto le scritte che centinaia di turisti e visitatori hanno tracciato sui muri: spesso incidendo la pietra, a volte con pennarelli.

Perché il Colosseo, visitato ogni anno da 5 milioni di turisti, è assediato giorno e notte da una sorta di sottobosco che non è fatto solo di venditori ambulanti abusivi, centurioni che si offrono per le foto, barboni che dormono sui percorsi archeologici.
Ferite sul muro. C’è dell’altro e qualche abitante della zona lo ha notato: all’esterno del Colosseo vi sono i segni di anomale scalfiture.

Vicino, dei sampietrini abbandonati quasi fossero stati usati come scalpello. E c’è chi giura, chiedendo l’anonimato: «Di sera ci è capitato di vedere stranieri che venivano, staccavano qualche pezzo dalle mura esterne e se li portavano via». Souvenir. Possibile? L’unica cosa certa è che vi sono dei segni anomali, non molto grandi, chiari, come se si trattasse di ferite recenti.

Angelo Bottini, soprintendente ai Beni Archeologici, è cauto: «Valuteremo queste segnalazioni, purtroppo attorno al Colosseo c’è un tale movimento di persone che ormai non mi stupisco più di nulla. Rafforzeremo ancora di più i controlli, per evitare che fenomeni come questi possano avvenire».
Il percorso fra i rifiuti. Ricominciamo il viaggio verso il Colosseo, in cui all’imponenza di via dei Fori Imperiali l’occhio attento può trovare anche altro a fare da contraltare: rifiuti, scritte, degrado. Qualche settimana fa “Il Messaggero” aveva documentato la presenza di un materasso, a dimostrazione di un accampamento di senzatetto che avevano scelto i margini del Foro di Traiano per dormire. Proseguendo, a largo Corrado Ricci, c’è la presenza quotidiana di un gruppo ormai fisso di balordi, spesso ubriachi, che stazionano nei giardinetti che danno proprio sul Foro di Nerva. Guardando con attenzione di sotto, vedi i resti delle sbronze: bottiglie e lattine gettate fra i ruderi.

Attraversi la strada, e ti addentri sulla salita, a poche decine di metri dal Colosseo e dalla Via Sacra, direzione chiesa di Santa Francesca Romana: bene, anche qui, lungo i percorsi spesso seguiti dai turisti trovi angoli di rifiuti accumulati nel tempo.
La “tenda” del senzatetto. Sul retro della chiesa c’è una sorta di costruzione improvvisata, ricoperta dal nylon, dove un senzatetto si è costruito uno dei tanti rifugi clandestini dell’area attorno a via dei Fori Imperiali.

Passeggi fino ai resti della basilica di Massenzio e nel retro trovi di tutto: dietro una recinzione, ad esempio, piatti di carta, lattine, bottiglie. Ancora, in qualche fossato o vicino a un muretto: preservativi, cartacce, ogni tipo di rifiuto.
Gli affreschi. E poi si arriva al Colosseo. Se parti dall’entrata – dove si mettono in coda, ogni giorno, fino a 20 mila visitatori – scorri una lunga fila di graffiti, scritte, messaggi lasciati dai turisti negli anni: dalla coppietta che ha voluto scrivere sul Colosseo la testimonianza dell’amore eterno al gruppo di americani che traccia nomi e data della visita.

Racconta il soprintendente Bottini: «Anche il problema delle scritte sarebbe stato risolto se avessimo completato il restauro. Ma due anni fa sono terminate le risorse a disposizione».
Il cumulo di rifiuti. Se ti volti, dal lato della stazione della metro, c’è altro: in un angolo, ma anche in un’area semirecintata vicino alla quale passeggiano comitive di turisti, ecco una discarica a cielo aperto, rifiuti accumulati da tempo che non sono mai stati rimossi. Fino alle anomale ferite sulle pietre. Bottini: «Per i rifiuti, il compito di pulire all’esterno del Colosseo spetta all’Ama. Continuo ad essere dispiaciuto per le lunghe file che si formano all’entrata del Colosseo. Il problema sarà risolto solo quando saranno completati i lavori per la metro C, con la stazione dei Fori Imperiali, dove realizzeremo delle biglietterie. E vorrei ridurre la presenza di ambulanti, soprattutto dare delle regole insieme al Comune. Il problema non è il camioncino che vende bottigliette d’acqua, ma il fatto che spesso occupa il panorama e oscura i monumenti».


Fonte: Il Messaggero 14/09/2007
Autore: Mauro Evangesti
Cronologia: Arch. Romana

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