Alcuni frammenti di malta di calce si sono staccati all’alba dal Colosseo.
Nessuno si è fatto male, perchè il monumento simbolo della capitale, al momento del distacco avvenuto intorno alle 6, non era ancora aperto al pubblico, ma poteva succedere.
L’anfiteatro Flavio ha perso alcuni pezzetti della galleria dell’ambulacro centrale, dal lato di Colle Oppio, al primo ordine, cioè al piano terra. A cadere sono stati tre frammenti per un totale di mezzo metro quadrato di malta, molto sottile.
Nessuno si è fatto male, perchè il monumento simbolo della capitale, al momento del distacco avvenuto intorno alle 6, non era ancora aperto al pubblico, ma poteva succedere.
L’anfiteatro Flavio ha perso alcuni pezzetti della galleria dell’ambulacro centrale, dal lato di Colle Oppio, al primo ordine, cioè al piano terra. A cadere sono stati tre frammenti per un totale di mezzo metro quadrato di malta, molto sottile.
Le reti di protezione, collocate tra gli anni 70 e 80, hanno ammortizzato gli effetti della caduta.
Per il sottosegretario ai Beni culturali Francesco Giro non c’è da preoccuparsi anche perchè «entro 15 giorni sarà pronta la cordata di imprenditori che finanzieranno il restauro che costerà 23 milioni di euro».
Capofila degli sponsor italiani, come annunciato di recente dal sindaco Gianni Alemanno, sarà Diego Della Valle. Tra i finanziatori ci sarà anche un manager giapponese e, in prima fila, gli imprenditori romani. In attesa dell’avvio del piano di restauro ieri il Colosseo ha mostrato un segno della necessità di manutenzione.
Per il sottosegretario ai Beni culturali Francesco Giro non c’è da preoccuparsi anche perchè «entro 15 giorni sarà pronta la cordata di imprenditori che finanzieranno il restauro che costerà 23 milioni di euro».
Capofila degli sponsor italiani, come annunciato di recente dal sindaco Gianni Alemanno, sarà Diego Della Valle. Tra i finanziatori ci sarà anche un manager giapponese e, in prima fila, gli imprenditori romani. In attesa dell’avvio del piano di restauro ieri il Colosseo ha mostrato un segno della necessità di manutenzione.
Un intervento richiesto anche dalla Confederazione italiana archeologi secondo cui «ancora una volta – ha dichiarato il presidente Giorgia Leoni – si è sfiorata la tragedia: se il crollo fosse avvenuto a monumento aperto avrebbe potuto colpire qualcuno tra le migliaia di visitatori che, specialmente la domenica, affollano l’anfiteatro. Lo stato in cui versa il Colosseo è uno dei motivi alla base del commissariamento della Soprintendenza archeologica di Roma e, a distanza di oltre un anno e mezzo, evidentemente la struttura commissariale non ha individuato gli strumenti necessari a garantirne la conservazione».
Fonte: Messaggero Veneto — 10 maggio 2010.