Alla ricerca dell’Ara di Marte. E’ questa la sfida dell’esaltante avventura degli scavi archeologici sotto piazza Venezia che iniziano oggi. Il sovrintendente comunale Eugenio La Rocca vuole trovare l’immenso altare dedicato al dio della guerra che le fonti romane dicono essere proprio da queste parti.
Da cosa potremmo riconoscerlo? «Per esempio da un’iscrizione, dalla fondazione di un edificio analoga a quella dell’Ara Pacis», dice La Rocca.
E’ qui, all’Ara di Marte, che dall’epoca repubblicana si riunivano tutti i romani atti alle armi per assistere ai “suovetaurilia“, il sacrificio di un toro, di una pecora e di un maiale in onore della divinità. Qui il censore benediceva gli eserciti in partenza per la guerra con il rito della “lustratio”, la purificazione.
«E’ il primo vero scavo archeologico che si compie nell’area – racconta La Rocca – Tutti i ritrovamenti fatti finora hanno avuto un carattere puramente casuale, legati ai lavori di una fogna, un cavo elettrico o telefonico. Piazza Venezia potrebbe davvero riservare grandi sorprese. Siamo nell’area di Campo Marzio, un territorio destinato fin dalla fondazione di Roma agli esercizi militari e ginnici, come ci fa sapere lo storico Tito Livio».
Sempre da Livio sappiamo che nella vasta zona davanti all’attuale Altare della Patria c’erano i “Saepta“, situati più o meno tra largo Argentina e la chiesa del Gesù. Erano una grande e bellissima piazza dove si svolgevano i comizi centuriati, cioè le elezioni del popolo romano, diviso per centurie, i nostri attuali collegi per fare un paragone anche se improprio. Al fianco c’era il tempio di Serapide e di Iside, tra piazza del Collegio Romano e piazza Venezia.
L’Ara di Marte si trovava invece tra via della Gatta e Palazzo Venezia. Al centro dell’attuale piazza correva la via Flaminia, che partiva da Porta Fontinalis, dove è l’attuale Museo del Risorgimento, arrivava all’odierna piazza del Popolo e proseguiva verso il nord d’Italia.
Ancora: a destra della Flaminia (dando le spalle all’Altare della Patria) erano collocati gruppi di case di età imperiale, a sinistra c’era la Villa pubblica, un grande giardino con un edificio dove erano conservati gli archivi dei censimenti.
«Ma attenzione -mette in guardia il sovrintendente – siamo in un’area sempre abitata dall’epoca romana in avanti. Ai reperti romani si sovrappongono altri strati di età successive, che noi dovremmo dividere e identificare, proprio come sta avvenendo per gli scavi ai Fori Imperiali. Inoltre, non possiamo ancora collocare con certezza gli edifici perché manca una verifica sul territorio. Dunque gli scavi ci aiuteranno anche ad aggiornare la toponomastica».
Fonte: La Repubblica Roma, 07/07/2006
Cronologia: Arch. Romana