Una recente campagna di scavi condotti nel Comune di Rocchetta Sant’Antonio, in provincia di Foggia, ha portato alla luce un tratto di strada «glareata», un battuto di ghiaia e ciottoli legati con argilla e sabbia, attribuito alla Via Appia antica. L’importante scoperta è avvenuta durante l’esecuzione di un progetto proposto dalla Soprintendenza per le province di Barletta-Andria-Trani e Foggia, diretta dall’architetto Anita Guarnieri.
Soprintendente Guarnieri, come mai avete deciso di indagare proprio in questo piccolo paese nel nord della Puglia?
L’intuizione è nata da una serie di studi già avviati sul territorio per la presenza a Rocchetta del Ponte Santa Venere, identificabile nel «Pons Aufidi» delle fonti antiche. Nel settembre 2022 abbiamo ottenuto il consenso del MiC per un progetto di ricerca su questo tratto, finanziato nell’ambito delle risorse Fsc del Piano Sviluppo e Coesione, all’interno dei programmi istituiti per la candidatura della Via Appia a Patrimonio Mondiale dell’Unesco. L’obiettivo era individuare il percorso della strada che da Benevento giungeva al passaggio sull’Ofanto indicato dagli itinerari antichi e, passato il Ponte Santa Venere, proseguiva attraverso la Basilicata per raggiungere Venosa e rientrare poi in Puglia attraverso il sito di Gravina.
È concreta l’ipotesi della presenza di strutture di sosta come «mansiones et mutationes» sul tracciato ritrovato?
Sì, sono state le indagini geofisiche e le ricognizioni di superficie condotte dall’équipe di Danilo Leone e Maria Luisa Marchi, dell’Università di Foggia, con la supervisione di Donatella Pian della Soprintendenza Bat e Foggia, a consentire l’individuazione di edifici collocati in prossimità della strada. I numerosi reperti rinvenuti, frammenti di vasi e di recipienti in vetro, lucerne e numerose monete, databili tra l’età romana e il periodo tardoantico, lasciano pensare a strutture con alloggi e taverne, stalle per i cambi dei cavalli e sistemazione dei carri.
Ci sarà un seguito degli scavi, cercherete di liberare le strutture intercettate?
Non lo escludo. La scoperta effettuata a Rocchetta s’inserisce in una stagione proficua di attività avviate dal nostro Istituto per rafforzare e strutturare, anche grazie alla collaborazione con l’Università di Foggia e gli enti territoriali, la conoscenza, la tutela e la valorizzazione integrata di un territorio ricchissimo di valenze culturali ancora poco note. Nel caso specifico, il finanziamento ministeriale di 60mila euro e le evidenze archeologiche emerse testimoniano l’importanza delle sinergie messe in atto e la presenza di una rete utile a programmare futuri interventi strategici.
Autore: Daniela Ventrelli
Fonte: www.ilgiornaledellarte.com, 1 feb 2024