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R. CIABURRI. Alcuni aspetti della battaglia di Adrianopoli del 378 d.C.

Gia’ dal 376 d.C. i Goti, incalzati dagli Unni, chiesero all’imperatore di Oriente Valente il permesso di oltrepassare il Danubio. Valente, seppur un po’ riluttante, acconsenti’, pensando alla possibilita’ di utilizzare i Goti nella coltivazione delle terre incolte. Ci furono delle trattative che prevedevano il disarmo del Goti, la loro conversione al cristianesimo e la consegna di ostaggi, in cambio di terre e di aiuti economici, da parte dell’imperatore.
Le incomprensioni fra Goti e Romani, pero’, non tardarono ad emergere, anche per le loro condizioni precarie al limite della sopravvivenza. Ci furono delle battaglie non ancora decisive. I Romani ripiegarono su Marcianopoli e sui Balcani. Valente chiese aiuto all’imperatore d’Occidente Graziano, temendo un rovescio sul campo di battaglia. Graziano si mosse con le sue truppe, accorrendo in suo aiuto, arrivando ad una distanza di circa 300 chilometri da Adrianopoli. Valente, probabilmente per non dover dividere l’eventuale successo bellico con Graziano, imprudentemente decise di affrontare da solo i Goti. Gli storici del tempo, tra cui Appiano Marcellino, sono d’accordo sulla circostanza che nessuno dei due capi degli eserciti, Valente per i Romani e Fritigerno per i Goti, volle dare subito inizio alla battaglia decisiva, sperando fino all’ultimo in un accordo che evitasse il bagno di sangue che poi ci fu. Ma due reparti della cavalleria leggera romana composti da arcieri a cavallo, posti sull’ala destra dello schieramento romano, attaccarono all’improvviso i Goti. L’attacco della cavalleria romana provoco’ per forza di cose il contrattacco dei cavalleggeri goti ed alani, che poco prima si erano uniti ai Goti.
Quei reparti romani a cavallo furono presto sopraffatti dai Goti. I Romani avanzarono, ma senza essere minimamente seguiti dalla cavalleria e subirono pesanti perdite.
La cavalleria gota, approfittando della scopertura del fianco sinistro romano, attacco’. I fanti romani non resistettero all’urto e fuggirono. L’imperatore d’Oriente Valente comando’ le ultime due legioni fino a sera, ma alla fine mori’ in circostanze imprecisate. L’esercito romano lascio’ sul campo circa 30.000 morti, compreso Valente.
I Goti, forti inizialmente di oltre 50.000 guerrieri, rispetto ai 40.000 Romani, vinsero la battaglia. Dopo la vittoria i Goti si abbandonarono a saccheggi e massacri. La battaglia di Adrianopoli, capitale dell’antica Tracia, si svolse in una grande piana e segno’ un cambio di rotta per la politica imperiale. Infatti il successore di Teodosio e i successori adottarono da allora politiche di ospitalita’ nei confronti dei Goti e di foederatio. Si accelero’ l’apertura alla immigrazione di questo popolo.
Il 9 agosto del 378 d.c. rappresenta un punto fermo nella storia romana.

Autore: R. Ciaburri – r_ciaburri@libero.it

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