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QUANDO INIZIO’ LA COLTIVAZIONE DELLE PIANTE?

Le fitoliti, strutture di opale di origine biologica presenti nel suolo e nei resti fossili delle piante, permettono agli archeologi di capire quali piante fossero presenti migliaia di anni fa. Tuttavia, la produzione e lo scopo di queste minuscole particelle minerali, comuni nei tessuti delle piante, non è mai stato ben compreso. La ricercatrice Dolores Piperno, dello Smithsonian Tropical Research Institute di Panama, ha ipotizzato che il gene responsabile della produzione della lignina controlli anche quella delle fitoliti. Queste strutture sarebbero ancora più utili e potrebbero aiutarci a comprendere quando gli esseri umani iniziarono a coltivare il proprio cibo.
I risultati della ricerca, effettuata sulla zucca (cucurbita), sono stati pubblicati sulla rivista “Proceedings of the National Academy of Sciences”. Uno studio analogo era già stato effettuato nel 1997 sulla pianta del mais e aveva portato a conclusioni identiche. Gli abitanti dell’Europa e del vicino Oriente iniziarono a selezionare e coltivare piante per ottenere cibo dopo l’ultima era glaciale. I resti vegetali ritrovati nei siti archeologici sono normalmente conservati molto male, ma spesso contengono fitoliti, minuscoli depositi di biossido di silicio nel tessuto delle piante. Questi microfossili hanno assunto una grandissima importanza per gli scienziati interessati alla storia dell’agricoltura, poiché permettono di identificare le varie piante coltivate e i loro antenati selvatici. Piperno e colleghi hanno analizzato la scorza di 148 frutti di zucca, provenienti da specie sia selvatiche sia coltivate. L’analisi ha permesso di identificare il gene Hr, “hard rind” (scorza dura), che codifica la caratteristica difensiva delle cucurbitacee. Inoltre, i ricercatori hanno dimostrato che le varie forme delle fitoliti vengono determinate dai diversi tipi di configurazione delle cellule nella buccia.
Fonte: Le Scienze
Cronologia: Preistoria

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