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POZZUOLO DEL FRIULI (Ud). Da un palazzo spuntano chiese e antiche sepolture.

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La “Palacine” di piazza Julia, in ristrutturazione come centro visite dedicato alla Cavalleria, si rivela uno scrigno di storia. Una chiesa, di cui non si sapeva l’esistenza, precedente a quella cinquecentesca, alcune sepolture e altri nuovi reperti documentano le innumerevoli destinazioni d’uso cui fu adattato, dall’epoca romana a quella medievale e fino a oggi, il singolare edificio.
I lavori, avviati dal Comune con un contributo regionale di un milione di euro, sono progettati dallo studio Runcio di Udine ed eseguiti dall’impresa Di Betta di Nimis. Dell’indagine archeologica si occupa la società cooperativa ArcheoLab di San Giovanni di Casarsa, sotto la direzione scientifica della Soprintendenza per i beni archeologici del Fvg nella persona del funzionario di zona Roberto Micheli. Dagli studi storici era nota in origine una chiesa dedicata a San Giacomo, consacrata nel 1546 e sconsacrata in periodo napoleonico. Messa all’incanto dagli austriaci nel 1811, la Palazzina fu venduta al nobile Stefano Sabbatini, che la ristrutturò. Fu adibita a osteria, forno, sede comunale, carcere provvisorio, scuola dei Combattenti (sono stati evidenziati motti mussoliniani alle pareti) e abitazione privata. Il Comune l’ha comprata dalla fondazione Sabbatini nel 2007, grazie al contributo regionale di 42 mila euro.
I sondaggi nella parete perimetrale est hanno portato in luce l’arco absidale (ora visibile dall’esterno) della chiesa cinquecentesca, mentre a ovest la demolizione di muri interni del XIX secolo ha messo in risalto un ambiente cui si accede tramite un passaggio colonnato, dove è stata rinvenuta una struttura in muratura interpretata come forno.
Il dato saliente riguarda la scoperta delle fondazioni d’un edificio di culto più antico, meno ampio rispetto alla chiesa nota, e databile a epoca medievale: sono state rinvenute una croce scolpita in pietra e due inumati in posizione supina, con il volto rivolto a est. Una terza sepoltura, con tre o quattro defunti forse notabili, si ritiene fosse collocata sotto il pavimento della chiesa cinquecentesca.
Oltre ai resti ossei, sono allo studio frammenti di laterizi romani, la ceramica grezza bassomedievale e vari strati di intonaco dipinto a motivi sia figurativi che decorativi, il cui studio potrà apportare qualche chiarimento in merito alla datazione dell’edificio medievale.

Autore: Paola Beltrame

Fonte: MessaggeroVeneto.it, 26 luglio 2011

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