Scaraventato dall’alto assieme a bottiglie di plastica, ombrelli, vetro, sedie e pattume, fa bella mostra di sé sulle rovine di ville rustiche dove gli studiosi ritengono abbia soggiornato Annibale nel corso di uno dei suoi frequenti movimenti tattici tra zona flegrea e Capua, e più in generale al Sud (215-203 a.C.)
DISCARICA ARCHEOLOGICA
Passeggiando per via Saba, nei pressi dell’ufficio postale di Monterusciello, ci si imbatte in un’area abbandonata dove spuntano tra le erbacce diverse coperture precarie e arrugginite. Corrose dagli agenti atmosferici e sorrette da tubi innocenti in parte piegati, le tettoie indicano che su quel terreno, nel bel mezzo di palazzine tutte uguali, qualcosa di prezioso è venuto alla luce e si è pur cercato di tutelare.
Era il periodo dell’emergenza bradisismo e durante gli scavi per la realizzazione delle palazzine popolari nei primi anni ‘80, un’interessante scoperta archeologica riportò alla luce gli antichi resti di una villa rustica romana di notevole estensione. L’area, sottratta all’edilizia popolare e sottoposta alla tutela della Soprintendenza, restituì interessanti cisterne, gli interni di una villa realizzati in opus reticolarum e preziosi mosaici che si cercò di tutelare realizzando opportune coperture.
TRA I ROVI
Ma il sito di via Saba non è l’unica testimonianza del passato di Monterusciello, come afferma Salvatore Di Fraia, rappresentante dell’associazione Tholos-Magna Puteoli, da tempo attiva nella valorizzazione del territorio flegreo.
«L’intera area era conosciuta è frequentata fin dall’antichità, l’altura consentiva di ammirare un panorama incantevole che andava da Nisida a Sperlonga» spiega il nostro interlocutore.
I resti di un sito dove si ritiene che soggiornò Annibale durante uno dei suoi frequenti movimenti tattici in Campania, giacciono abbandonati all’interno dell’area del moderno istituto alberghiero di via Matilde Serao; non visitabile perché ricoperta interamente dai rovi.
Fonte: Corriere del Mezzogiorno, 17 marzo 2011