La valorizzazione dell’immenso patrimonio archeologico eredità della città romana di Turris Libisonis Colonia Iulia e della medievale Torres, in un momento di grave crisi come l’attuale, è certamente una delle scommesse che Porto Torres deve affrontare per provare a risollevare la testa e costruire un futuro che non si basi soltanto sul ricordo della monocultura industriale. Paladina di questa idea è il consigliere Gilda Usai Cermelli la quale, attraverso un’interrogazione, chiede al sindaco «se non ritenga opportuno procedere con estrema urgenza, viste le scadenze dei bandi europei, affidare ad esperti valenti lo studio progettuale per l’istituzione del Parco archeologico urbano cittadino e quello delle schede di partecipazione ai bandi europei per i finanziamenti».
L’ex sindaco ricorda che Porto Torres possiede un patrimonio culturale-archeologico «tra i più rilevanti non solo in Sardegna, ma anche a livello nazionale» ed evidenzia come già nel 1987 l’amministrazione guidata da Rodolfo Cermelli avesse fatto predisporre il progetto per un grande parco archeologico-culturale-fluviale, avviando le pratiche per l’acquisizione al Comune delle aree di interesse archeologico. Lavoro portato a termine durante il mandato della stessa Usai Cermelli che, attraverso il completamento del progetto Pia con cui si delimitò l’area Parco, creò le condizioni per la sua istituzione, idea non concretizzatasi a causa della caduta di quella giunta, ma sempre valida. Considerato che l’Ue dispone per il settore ingenti finanziamenti per progetti che potrebbero far decollare il turismo in città, con in più non indifferenti ricadute occupazionali, sarebbe il caso di non perdere tempo ed evitare che l’archeologia sia tema buono solo per le campagne elettorali.
L’ex sindaco ricorda che Porto Torres possiede un patrimonio culturale-archeologico «tra i più rilevanti non solo in Sardegna, ma anche a livello nazionale» ed evidenzia come già nel 1987 l’amministrazione guidata da Rodolfo Cermelli avesse fatto predisporre il progetto per un grande parco archeologico-culturale-fluviale, avviando le pratiche per l’acquisizione al Comune delle aree di interesse archeologico. Lavoro portato a termine durante il mandato della stessa Usai Cermelli che, attraverso il completamento del progetto Pia con cui si delimitò l’area Parco, creò le condizioni per la sua istituzione, idea non concretizzatasi a causa della caduta di quella giunta, ma sempre valida. Considerato che l’Ue dispone per il settore ingenti finanziamenti per progetti che potrebbero far decollare il turismo in città, con in più non indifferenti ricadute occupazionali, sarebbe il caso di non perdere tempo ed evitare che l’archeologia sia tema buono solo per le campagne elettorali.
Autore: Emanuele Fancellu
Fonte: La Nuova Sardegna, 20 luglio 2012