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PORTO CESAREO (Le). Un drone svela una meraviglia sommersa di 2mila anni fa.

A riprenderlo dall’alto, in un giorno di acqua sorprendentemente trasparente, è stato il fotografo e videomaker Emiliano Peluso: un patrimonio di 5 colonne monolitiche del II secolo d.C. che giacciono sul fondale sabbioso, in località Torre Chianca, a soli 4 metri e mezzo di profondità e a 80 metri di distanza dalla costa.
Porto Cesareo continua a far parlare di sé e questa volta lo fa con un video che ha dell’incredibile: è stato infatti ripreso con un drone questo tesoro archeologico nascosto tra le acque della meravigliosa Area marina protetta. La località leccese non solo smoke free e amica dell’ambiente, ma anche preziosa custode di un carico di colonne greco-romane in marmo cipollino.
Si tratta di un sito archeologico sommerso, che ricade in quella oggi è la zona C dell’Area marina protetta. È qui che affondò un’imbarcazione greca proveniente dall’isola di Eubea, con tutto il suo carico di manufatti di diverso genere, comprese le cinque enormi colonne di marmo cipollino delle cave di Karystos. Le colonne misurano 9 metri di lunghezza e 70- 100 cm di diametro.
Rinvenuto nel 1960, del relitto oggi non rimane nulla se non queste colonne sul fondale, ricoperte da alghe verdi e qualche spugna, mentre altri reperti come anfore e laterizi sono conservati al Castello Aragonese di Taranto.
Il sito lo si può raggiungere facilmente via mare con una piccola barca, oppure via terra partendo dall’insenatura adiacente la Torre e poi a nuoto per circa 80 metri.

Fonte: www.greenme.it, 29 mar 2019

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