La curiosita’ e’ nata quando tre speleologi del Cai Piemonte, ritrovando antichi documenti che descrivevano il geosito della Valmeriana a Pontey, l’hanno individuato, hanno mappato tutte le grotte (circa 15) e le centinaia di macine sparse ovunque.
La Polisportiva, associazione culturale del paese, due anni fa, ha organizzato un incontro per approfondire l’argomento. Ora l’amministrazione comunale, in collaborazione con i Comuni di Chatillon, Chambave, Saint-Denis e Verrayes, ha presentato un progetto comunitario per la valorizzazione del sito, «Les pierres des Alpes», scelta approvata all’unanimita’ anche dalla minoranza consiliare.
«Siamo consapevoli dell’importanza della Valmeriana, che attira sempre piu’ appassionati del settore – dice il sindaco Rudy Tillier -, ma dobbiamo ammettere che finora e’ stato l’associazionismo locale a far conoscere il geosito. La Pro loco ha come logo proprio una macina della Valmeriana, la Polisportiva con il Cai di Verre’s ha organizzato numerose escursioni alla scoperta del sito».
In questa vallata, a 1795 metri d’altitudine, e’ possibile percorrere la cosiddetta «Strada del sole», un museo a cielo aperto tra l’Alpe Valmeriana e Bellecombe di Chatillon, disseminato di resti di antiche macine abbozzate nella roccia che ricordano rappresentazioni di dischi solari. Le prime notizie storiche sullo sfruttamento delle cave della Valmeriana risalgono ai secoli XI e XII, quando i Signori di Vercelli, di Ivrea, di Viverone e di Bard si scambiavano carteggi da cui emerge il vivo interesse di monopolizzare il redditizio traffico delle macine, perche’ nei mulini si usuravano o si spaccavano a forza di sfregare l’una contro l’altra.
Estratte e sgrezzate in Valmeriana, le macine erano condotte con le slitte nel fondovalle dove erano immagazzinate, rifinite e tassate.
Dalla documentazione storica risulta che passarono attraverso Bard migliaia di macine, destinate al mercato piemontese, mentre una parte del prodotto era utilizzata dai mugnai valdostani. E questa e’ storia. Ma sulle origini delle macine di Valmeriana la fantasia popolare si e’ spesso sbizzarrita.
L’archeologia ufficiale definisce il sito una cava di macine, ma altre interpretazioni parlano di un santuario astronomico, con tanto di planetario e rocce trattate a pioggia cosmica. Anche l’esperto di archeoastronomia, Guido Cossard, nell’incontro di due anni fa aveva suggerito la necessita’ di intraprendere degli studi.
«E’ un sito che deve essere analizzato da persone con competenze diverse. Io ritengo possa essere anche inserito nei siti di archeoastronomia valdostana, perche’ prima di estrarre il materiale, probabilmente, si svolgevano riti per ingraziare le divinita’».
E non solo. Esiste il ritrovamento di una macina della Valmeriana di epoca preromana, custodita nel museo di Bologna. La sua origine e’ stata dimostrata perche’ la pietra ollare della Valmeriana, unica in Italia, e’ composta di clorite, un materiale malleabile che ne permetteva la lavorazione.
«Il progetto costituisce l’inizio della valorizzazione del sito con la posa, lungo il percorso, di cartellonistica che lo segnali e con pannelli che descrivano i luoghi e la storia; prioritari saranno il ripristino del ”Sentiero del Sole” e la messa in sicurezza delle grotte. Intendiamo poi realizzare un piccolo museo, all’entrata del nuovo municipio, con materiale cartaceo e video sulla Valmeriana» conclude il sindaco di Pontey.
Fonte: La Stampa 09/09/2009
Autore: Daniela Giachino