L’intervento sull’area, pianificato dal Commissario straordinario e concluso in questi giorni, ha riguardato una delle zone meno conosciute dello scavo, il costone meridionale sottostante il Tempio di Venere, attraverso la realizzazione di opere riguardanti la messa in sicurezza, piccoli restauri, rifacimenti di archi crollati e sostituzione di opere provvisionali non più idonee alla tutela dell’area.
E’ stato, inoltre, ripristinato e posto a norma il principale percorso di uscita dall’antica Pompei (che di fatto collega la Piazza del Foro con il centro della Pompei moderna): non più un accidentato e pericoloso battuto di terra (pieno di buche) ma un viale costituito da agglomerato di lapillo e cemento, gradini in laterizio con corrimano in ferro, che consentirà un regolare e sicuro deflusso dei visitatori, evitando così i numerosi incidenti alle caviglie e alle gambe dei turisti accaduti in passato.
“In particolare, i lavori, resi urgenti dalla lunga assenza di manutenzione – spiega Maria Emma Pirozzi, direttore dei lavori e tecnico della Soprintendenza- hanno riguardato il ripristino e l’integrazione dell’opus reticulatum e pietrame misto crollato, la ripresa dei colmi murari e la messa in sicurezza di frammenti di apparati decorativi”.
Gli interventi sono stati coordinati dai tecnici della Soprintendenza Speciale per i Beni archeologici di Napoli e Pompei con l’ausilio di imprese accreditate presso la stessa Soprintendenza.
‘’Si tratta di un intervento molto importante che ha riqualificato in tempi brevi il percorso di uscita dall’area archeologica – spiega il Commissario delegato per l’area Archeologica Marcello Fiori – ma soprattutto, liberato il terrapieno da crolli e vegetazione, ora è possibile godere della vista dalla terrazza panoramica sui Monti Lattari. Con questo intervento si conferma la costante necessità di coniugare in modo scientificamente rigoroso le politiche di messa in sicurezza e quelle di valorizzazione”.
Sarà pronto a breve anche il secondo camminamento collegato con la passerella di immissione all’Antiquarium.
“Costruito sulle propaggini Ovest della collina di Pompei, verso il mare e il fiume Sarno – spiega Antonio Varone, direttore degli Scavi – il tempio fu innalzato subito dopo l’80 a.C. per onorare la dea Venere protettrice di Lucius Cornelius Sulla, assimilata alla Venere Fisica protettrice della città. Orientato in senso Nord-Sud verso il litorale, su un podio in tufo circondato da portico, abbellito da marmi, doveva essere il più sontuoso e scenograficamente splendido degli edifici religiosi cittadini. Al momento dell’eruzione il tempio era in piena fase di restauro a seguito del terremoto del 62 d.C.; lo studio dei materiali, venuti fuori dai saggi stratigrafici qui condotti, ha fatto comprendere agli archeologi quali trasformazioni urbanistiche nell’edilizia pubblica fossero in atto a Pompei dalla seconda metà del II sec. a.C.”
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citando ArcheoMedia.