Terminata la nuova campagna di scavi della scuola di specializzazione in Archeologia dell’Università di Matera con nuove scoperte sulla struttura sacra e una ipotesi di area portuale poco distante da Porta Marina.
La possibilità che quell’area della città, posta a sud ovest, potesse essere servita da una sorta di bacino attrezzato per il carico e scarico delle merci da battelli che le trasferivano dalle pesanti navi ancorate più al largo, secondo Emanuele Curti, archeologo, docente al Birkbeck College dell’Università di Londra e coordinatore della missione di scavo, sarebbe suffragata proprio dall’intercetto di depositi per merci situati nell’area sottostante il tempio di Venere.
Ovviamente, si tratta solo di ipotesi di lavoro, come sottolinea anche lo studioso, e che attendono di essere confermate attraverso quanto emergerà dalla campagna di scavi che avrà inizio il prossimo settembre. Le indagini, che hanno interessato anche tutta l’area di competenza del Tempio di Venere, situato a poca distanza da Porta Marina, hanno anche confermato che l’edificio sacro, intorno al 130 a. C., venne completamente ridisegnato assieme a tutta la zona circostante, comprendente Foro e Basilica, tra gli altri. Un dato che dunque indica il tempio coevo di quelle costruzioni se non più antico, visto che si sono intercettate strutture di fondazioni risalenti al III secolo a.C., o ancora più antiche e attestabili al periodo sannitico della città. E, l’edificio sarebbe stato consacrato alla dea Mefite (la Venere romana), appunto di origine sannitica, forse collegata addirittura a Venere ericina, nella Sicilia occidentale; ma certamente in Campania, legata alle acque e al commercio.
Dalle indagini sviluppate nella regione del tempio, sono anche emersi dati sulla struttura architettonica che sarebbe sviluppata su due livelli: superiore, dove era ospitata l’area sacra e l’altra, sottostante, dove è stata rinvenuta una piattaforma con canalette per il deflusso di acqua o che appunto servivano al culto della divinità. Una delle novità di questa campagna di scavo viene dal ritrovamento, lungo i livelli indagati, di materiali di fattura greca ed etrusca tra cui una terracotta architettonica che raffigura un Eros dall’aspetto quasi ermafrodito, e una serie di offerte votive rituali contraddistinte da vasetti miniaturistici, ossa di giovani maialini, frutta e legumi carbonizzati.
Fonte: CulturalWeb 06/07/05
Autore: Carlo Avvisati
Cronologia: Arch. Romana