Ecco la storia davvero interessante di questa statua bronzea, recuperata casualmente quasi due secoli fa a Pompei, e sottoposta ad un paziente lavoro di recupero durato vari decenni.
I risultati sono visibili attraverso le immagini allegate che testimoniano l’alto grado di perfezione raggiunto dai restauratori italiani e americani, grazie anche – è bene sottolinearlo – alle tecniche sofisticate cui essi oggigiorno possono fare ricorso.
Dopo 18 mesi di analisi, di applicazioni atte alla conservazione e alla stabilizzazione, la statua di bronzo di Apollo con l’Arco proveniente da Pompei sarà esposta alla Villa Getty dal 2 marzo al 12 settembre 2011, studiando un bronzo antico, fornendo un retroscena per questo tesoro raro, la speciale mostra di sei mesi presenta i risultati del primo studio completo di una scultura antica.
Collocato in origine nel tempio di Apollo di Pompei, l’Apollo Saettante fu scoperto ridotto in frammenti dopo parecchi secoli dall’eruzione del Vesuvio del 79 d.C. L’impronta dell’immagine fu ritrovata nel giugno del 1817 a nord del Foro.
Un anno dopo, nell’ottobre 1818, alcuni soldati che andavano a caccia presso le mura della città antica si imbatterono casualmente in alcuni frammenti della statua ancora mancanti.
L’Apollo era uno dei primi bronzi importanti trovati a Pompei, e in seguito ricostruito in esposizione nel Museo Reale Borbonico di Napoli.
La fase conservativa dell’Apollo a Villa Getty è il risultato di una importante collaborazione fra il Museo J. Paul getty e il Museo Archeologico Nazionale di Napoli, come parte di un ampio scambio culturale a seguito di un accordo stipulato nel 2007 fra il Ministro italiano dei Beni Culturali e il Museo Getty.
Questa esposizione segna la prima assoluta per l’Apollo negli Stati Uniti, come complemento della collezione di opere antiche di Grecia, Roma, ed Etruria.
A conclusione della mostra in Los Angeles, la statua ritornerà a Napoli, dove tutta l’applicazione degli strumenti conservativi del Getty assicurerà la sua stabilità per generazioni.
L’Apollo è arrivato a Los Angeles a titolo di prestito a scopo di studio e trattamento a titolo conservativo, insieme alla statua di un giovane Efebo con lampada attualmente esposto nella Basilica di Villa Getty.
“Questo progetto ha fornito una opportunità senza precedenti,” ha dichiarato Erik Risser, assistente conservatore per le antichità del J. Paul Getty Museum e co-curatore della mostra.
“I bronzi molto grandi di rado sono sopravvissuti all’antichità, e l’occasione di portare avanti una ampia indagine sull’Apollo ha messo in luce la sua ricca e complessa storia.”
Una varietà di approcci, incluso la ricerca di archivio, radiografia X, foto all’ultravioletto ed esame endoscopico hanno fornito importanti informazioni riguardanti sia le tecniche adoperate nell’antichità per creare la statua, sia i metodi adoperati per restaurarla nel 19° secolo. Le ricerche estese nelle analisi della composizione della lega metallica, i pigmenti sulla superficie, e persino i tipi di perni adoperati per il riassemblaggio, tutto ciò per rispondere alle domande sui precedenti tentativi di restauro.
L’Apollo di Pompei: analizzando un Bronzo Antico significa presentare i risultati di queste ricerche, evidenziando la documentazione dal punto di vista della storia dell’arte, tecnico e scientifico fianco a fianco al fine di dimostrare la gamma di metodi adoperati nel corso dello studio della statua nella Villa Getty.
Le caratteristiche speciali comprendono la scoperta di un ampio vuoto nel dorso della statua, il che indica che il metodo della sua manifattura antica era del tutto insolito, oltre a identificare due fasi differenti di restauro. Uno schermo a tocco interattivo nella esposizione fornirà ai visitatorila possibilità di esplorare la statua.
Tale caratteristica interattiva sarà disponibile anche sul Web al sito www.getty.edu.
Insieme ad una scelta di esemplari di antiche sculture di bronzo provenienti dalla collezione delle antichità del Getty Museum, e a tutta una serie di progetti di archivio e vari documenti del Getty Research Institute, la mostra metterà in evidenza anche una statua di bronzo di Artemide, sorella dell’Apollo Saettante. Entrambe erano collocate l’una di fronte all’altra nel Tempio di Apollo di Pompei, e l’inclusione di Artemide, anch’essa prestito del Museo Archeologico Nazionale di Napoli, fornirà una occasione davvero unica di sviluppare ed estendere le scoperte che sono state fatte esaminando l’Apollo.
Seguono vari dettagli relativi a mostre di pezzi antichi di varia origine e provenienza.
Chiudono la rassegna due foto, di cui una presenta l’Apollo Romano del 100 a. C., l’altra lo stesso Apollo in versione a raggi-X, il cui interno è di una nitidezza eccezionale.
I risultati sono visibili attraverso le immagini allegate che testimoniano l’alto grado di perfezione raggiunto dai restauratori italiani e americani, grazie anche – è bene sottolinearlo – alle tecniche sofisticate cui essi oggigiorno possono fare ricorso.
Dopo 18 mesi di analisi, di applicazioni atte alla conservazione e alla stabilizzazione, la statua di bronzo di Apollo con l’Arco proveniente da Pompei sarà esposta alla Villa Getty dal 2 marzo al 12 settembre 2011, studiando un bronzo antico, fornendo un retroscena per questo tesoro raro, la speciale mostra di sei mesi presenta i risultati del primo studio completo di una scultura antica.
Collocato in origine nel tempio di Apollo di Pompei, l’Apollo Saettante fu scoperto ridotto in frammenti dopo parecchi secoli dall’eruzione del Vesuvio del 79 d.C. L’impronta dell’immagine fu ritrovata nel giugno del 1817 a nord del Foro.
Un anno dopo, nell’ottobre 1818, alcuni soldati che andavano a caccia presso le mura della città antica si imbatterono casualmente in alcuni frammenti della statua ancora mancanti.
L’Apollo era uno dei primi bronzi importanti trovati a Pompei, e in seguito ricostruito in esposizione nel Museo Reale Borbonico di Napoli.
La fase conservativa dell’Apollo a Villa Getty è il risultato di una importante collaborazione fra il Museo J. Paul getty e il Museo Archeologico Nazionale di Napoli, come parte di un ampio scambio culturale a seguito di un accordo stipulato nel 2007 fra il Ministro italiano dei Beni Culturali e il Museo Getty.
Questa esposizione segna la prima assoluta per l’Apollo negli Stati Uniti, come complemento della collezione di opere antiche di Grecia, Roma, ed Etruria.
A conclusione della mostra in Los Angeles, la statua ritornerà a Napoli, dove tutta l’applicazione degli strumenti conservativi del Getty assicurerà la sua stabilità per generazioni.
L’Apollo è arrivato a Los Angeles a titolo di prestito a scopo di studio e trattamento a titolo conservativo, insieme alla statua di un giovane Efebo con lampada attualmente esposto nella Basilica di Villa Getty.
“Questo progetto ha fornito una opportunità senza precedenti,” ha dichiarato Erik Risser, assistente conservatore per le antichità del J. Paul Getty Museum e co-curatore della mostra.
“I bronzi molto grandi di rado sono sopravvissuti all’antichità, e l’occasione di portare avanti una ampia indagine sull’Apollo ha messo in luce la sua ricca e complessa storia.”
Una varietà di approcci, incluso la ricerca di archivio, radiografia X, foto all’ultravioletto ed esame endoscopico hanno fornito importanti informazioni riguardanti sia le tecniche adoperate nell’antichità per creare la statua, sia i metodi adoperati per restaurarla nel 19° secolo. Le ricerche estese nelle analisi della composizione della lega metallica, i pigmenti sulla superficie, e persino i tipi di perni adoperati per il riassemblaggio, tutto ciò per rispondere alle domande sui precedenti tentativi di restauro.
L’Apollo di Pompei: analizzando un Bronzo Antico significa presentare i risultati di queste ricerche, evidenziando la documentazione dal punto di vista della storia dell’arte, tecnico e scientifico fianco a fianco al fine di dimostrare la gamma di metodi adoperati nel corso dello studio della statua nella Villa Getty.
Le caratteristiche speciali comprendono la scoperta di un ampio vuoto nel dorso della statua, il che indica che il metodo della sua manifattura antica era del tutto insolito, oltre a identificare due fasi differenti di restauro. Uno schermo a tocco interattivo nella esposizione fornirà ai visitatorila possibilità di esplorare la statua.
Tale caratteristica interattiva sarà disponibile anche sul Web al sito www.getty.edu.
Insieme ad una scelta di esemplari di antiche sculture di bronzo provenienti dalla collezione delle antichità del Getty Museum, e a tutta una serie di progetti di archivio e vari documenti del Getty Research Institute, la mostra metterà in evidenza anche una statua di bronzo di Artemide, sorella dell’Apollo Saettante. Entrambe erano collocate l’una di fronte all’altra nel Tempio di Apollo di Pompei, e l’inclusione di Artemide, anch’essa prestito del Museo Archeologico Nazionale di Napoli, fornirà una occasione davvero unica di sviluppare ed estendere le scoperte che sono state fatte esaminando l’Apollo.
Seguono vari dettagli relativi a mostre di pezzi antichi di varia origine e provenienza.
Chiudono la rassegna due foto, di cui una presenta l’Apollo Romano del 100 a. C., l’altra lo stesso Apollo in versione a raggi-X, il cui interno è di una nitidezza eccezionale.
Fonte: guideSuperEva.it