L’inchiesta sui fondi spesi per il restauro del Teatro Grande degli scavi è in dirittura d’arrivo e si preannunciano avvisi di garanzia eccellenti.
«Dopo Pasqua si concluderanno le indagini – anticipa il capo della procura di Torre Annunziata, Diego Marmo – con risultati eclatanti».
Pur senza violare il segreto istruttorio, le parole del numero uno della procura oplontina lasciano presagire che dall’inchiesta, coordinata dal sostituto procuratore Rosa Annunziata, sono emersi elementi accusatori tali da formulare accuse gravi, a vario titolo, a carico di chi doveva vigilare sulla ristrutturazione del teatro degli scavi.
La magistratura ha passato al setaccio tutta la documentazione degli appalti relativi a tali lavori e le perizie hanno svelato che «i cinque milioni di euro finanziati per il restauro dell’antico teatro in realtà sarebbero stati spesi per allestirlo con il materiale scenico, (luci, palco, impianto fonico, camerini), per consentire l’inaugurazione della stagione concertistica del San Carlo a Pompei».
«Non era certo questa la missione del commissario straordinario per l’emergenza scavi», ha evidenziato Marmo, «il compito del commissario era chiaro: risanare l’area archeologica. Se questo è stato fatto, o non fatto, lo stiamo valutando».
«Non è facile lavorare in un contesto in cui non c’è collaborazione», ha detto Marmo.
«Nel corso delle molteplici inchieste aperte da questa procura, noi magistrati, abbiamo riscontrato un clima ostile da parte di chi invece avrebbe dovuto collaborare. E stato difficile, anche, trovare degli esperti a cui affidare le perizie, persone che non hanno mai svolto incarichi per conto della soprintendenza. Ma, nonostante tutto, stiamo per concludere le inchieste più importanti».
L’inchiesta sul Teatro Grande è stata aperta nell’estate del 2010 e affidata alla guardia di finanza di Torre Annunziata, guidata dal colonnello Fabrizio Giaccone. Risvolti giudiziari eclatanti si apprestano ad arrivare, anche, dall’inchiesta relativa ai crolli avvenuti nell’area archeologica dal novembre del 2010 ad oggi. La perizia presentata dal professor Nicola Augenti, lo scorso 16 marzo, al capo della procura oplontina rivela che «la pioggia non è la causa alla base dei cedimenti strutturali della Schola Armaturarum e della casa del Moralista».
«Ci sono responsabilità di chi doveva evitare che ciò avvenisse», spiega il procuratore capo. «La perizia del nostro consulente è ancora al vaglio del sostituto procuratore dottor Emilio Prisco, però, è già evidente che, a vario titolo, questo bisognerà stabilirlo, gli iscritti nel registro degli indagati sono responsabili dei crolli colposi. Per tutte le inchieste che riguardano l’area archeologica io ne sono il titolare, con i colleghi sostituti, questo è uno dei motivi per i quali non lascio la procura».
«Dopo Pasqua si concluderanno le indagini – anticipa il capo della procura di Torre Annunziata, Diego Marmo – con risultati eclatanti».
Pur senza violare il segreto istruttorio, le parole del numero uno della procura oplontina lasciano presagire che dall’inchiesta, coordinata dal sostituto procuratore Rosa Annunziata, sono emersi elementi accusatori tali da formulare accuse gravi, a vario titolo, a carico di chi doveva vigilare sulla ristrutturazione del teatro degli scavi.
La magistratura ha passato al setaccio tutta la documentazione degli appalti relativi a tali lavori e le perizie hanno svelato che «i cinque milioni di euro finanziati per il restauro dell’antico teatro in realtà sarebbero stati spesi per allestirlo con il materiale scenico, (luci, palco, impianto fonico, camerini), per consentire l’inaugurazione della stagione concertistica del San Carlo a Pompei».
«Non era certo questa la missione del commissario straordinario per l’emergenza scavi», ha evidenziato Marmo, «il compito del commissario era chiaro: risanare l’area archeologica. Se questo è stato fatto, o non fatto, lo stiamo valutando».
«Non è facile lavorare in un contesto in cui non c’è collaborazione», ha detto Marmo.
«Nel corso delle molteplici inchieste aperte da questa procura, noi magistrati, abbiamo riscontrato un clima ostile da parte di chi invece avrebbe dovuto collaborare. E stato difficile, anche, trovare degli esperti a cui affidare le perizie, persone che non hanno mai svolto incarichi per conto della soprintendenza. Ma, nonostante tutto, stiamo per concludere le inchieste più importanti».
L’inchiesta sul Teatro Grande è stata aperta nell’estate del 2010 e affidata alla guardia di finanza di Torre Annunziata, guidata dal colonnello Fabrizio Giaccone. Risvolti giudiziari eclatanti si apprestano ad arrivare, anche, dall’inchiesta relativa ai crolli avvenuti nell’area archeologica dal novembre del 2010 ad oggi. La perizia presentata dal professor Nicola Augenti, lo scorso 16 marzo, al capo della procura oplontina rivela che «la pioggia non è la causa alla base dei cedimenti strutturali della Schola Armaturarum e della casa del Moralista».
«Ci sono responsabilità di chi doveva evitare che ciò avvenisse», spiega il procuratore capo. «La perizia del nostro consulente è ancora al vaglio del sostituto procuratore dottor Emilio Prisco, però, è già evidente che, a vario titolo, questo bisognerà stabilirlo, gli iscritti nel registro degli indagati sono responsabili dei crolli colposi. Per tutte le inchieste che riguardano l’area archeologica io ne sono il titolare, con i colleghi sostituti, questo è uno dei motivi per i quali non lascio la procura».
Fonte: Il Mattino, 01-04-2012