Se vi capita di percorrere la tratta in treno da Milano a Genova, all’altezza della stazione di Lungavilla, noterete un grande complesso monumentale. Vi chiederete cosa sia, bene ve lo presento!
Si tratta del castello di Branduzzo, Il Castello sorge tra Pavia e Voghera, nella zona dove una volta si svolgeva la coltivazione del gelso e l’allevamento dei bachi da seta, sostituiti in seguito dalla coltivazione dei cereali.
Di proprietà della famiglia Botta, che viveva nel Pavese dal 1298, il castello consiste in un vasto complesso di tipo medievale, comprendente una parte abitativa signorile, grandi scuderie, un ampio giardino, un porticato e vasti annessi agricoli, il tutto circondato da una lunga cinta muraria. Praticamente era un piccolo centro abitato, dove vivevano centinaia di persone, la cui struttura è ispirata alle cascine castello dell’architettura rinascimentale lombarda, come la Sforzesca di Vigevano. Il palazzo vero e proprio ha forma rettangolare con un ampio cortile interno; è dotato di quattro torri negli spigoli, due torri minori, di tipologia viscontea, e due torri maggiori tipiche dell’architettura sforzesca. Ha splendide decorazioni nell’entrata principale; per i suoi aspetti stilistici e decorativi, si inserisce nel quadro della raffinata architettura rinascimentale lombarda. L’antico palazzo presenta finestre ornate da decorazioni in cotto.
Durante il rinascimento il castello visse gli anni di massimo splendore; importante fu la figura di Bergonzio Botta, tesoriere generale del ducato di Milano, che era impegnato in una serie di opere di deviazione del Po, progettate con l’aiuto di Leonardo Da Vinci. Con lui si attuano gli interventi più importanti di ampliamento.
Il castello inoltre ospitò, un grande evento nel 1488, una festa in onore del matrimonio di Gian Galeazzo Sforza, nipote di Ludovico il Moro, con Isabella d’Aragona.
Durante il periodo dei Visconti, il castello fu spesso utilizzato come base per battute di caccia.
La prosperità durò fino al XVI secolo; nel 1634 la famiglia Botta, grazie al matrimonio di un Botta con l’ultima erede degli Adorno, si imparentò con la potente famiglia genovese dando origine ai Botta Adorno.
Con il passare degli anni inizia il graduale abbandono, e la carenza di fondi per le ristrutturazioni; a questo si aggiungono numerosi furti di arredi e decorazioni e atti vandalici.
Attualmente è di proprietà privata ed è stata inserita fra i “Luoghi del Cuore” del FAI.
Questo grandioso monumento tipico del rinascimento lombardo, che fu luogo di un grande evento storico, non può essere dimenticato; anche solo parlarne o diffondere la sua storia, contribuiamo a non far decadere nell’oblio la grande storia che ci circonda.
Autore: Polizzo Angelo – angelopolizzo99@gmail.com