Lo scavo ha finora rivelato i resti di una trentina di imbarcazioni, dalle più grandi navi da carico ai piccoli barchini fluviali, fornendo uno spaccato unico dei commerci, della vita fluviale e del paleoambiente dell’area pisana antica.
Giovedì 15 dicembre alle ore 11.30 si è tenuta a Pisa, presso il Cantiere delle Navi Antiche di Pisa, la cerimonia di inaugurazione del Centro di Restauro del Legno Bagnato, presenziata da Anna Maria Reggiani, Direttore Generale per i Beni Archeologici, Giuseppina Carlotta Cianferoni, Soprintendente per i Beni Archeologici della Toscana e Paolo Fontanelli, Sindaco di Pisa. Contestualmente, si darà l’avvio alla apertura al pubblico del Cantiere delle Navi Antiche– i cui scavi sono tutt’ora in corso – tramite visite guidate su prenotazione, a partire dal 16 dicembre 2005.
Nel dicembre 1989 gli operai impegnati nei lavori di scavo per la costruzione di uno snodo ferroviario a Pisa, in località San Rossore, si imbatterono nei resti di una nave romana. Era solo l’inizio di uno dei capitoli più importanti della storia dell’archeologia marina. Si trattava di una scoperta eccezionale, non solo perché nessuno aveva mai ipotizzato l’esistenza di vie d’acqua navigabili vicino a Pisa, ma anche perché la particolare composizione del terreno aveva conservato perfettamente i reperti. Insieme alle imbarcazioni vennero trovati oggetti di ogni tipo: anfore che avevano trasportato vino, olio e cereali dai mercati più lontani dell’impero romano, vasi di vetro, monete, gioielli, pettini, calzature, resti umani e ossa di animali domestici ed esotici.
Era stata portata alla luce con un’avventura archeologica senza precedenti una vera e propria Pompei del mare. Lo scavo ha finora rivelato i resti di una trentina di imbarcazioni, dalle più grandi navi da carico ai piccoli barchini fluviali, fornendo uno spaccato unico dei commerci, della vita fluviale e del paleoambiente dell’area pisana antica.
Ma come era stato possibile che un centro di scambi così ricco e fiorente fosse scomparso lasciando poche tracce nella memoria storica? Che cosa ha causato l’affondamento di tante navi? Quali collegamenti esistevano nell’antichità tra Pisa e il mare? La nuova guida archeologica della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana Le navi antiche di Pisa in uscita per i tipi di Electa, a cura di Andrea Camilli (direttore e progettista del cantiere) ed Elisabetta Setari riesce finalmente a coniugare il rigore scientifico alla comunicazione, anche per i non “addetti ai lavori”, delle ultime scoperte, degli aggiornamenti sui restauri, sui lavori per il progetto di realizzazione di un grande Museo “Le navi antiche di Pisa”. Realizzato nei luminosi e antichi spazi degli Arsenali Medicei sull’Arno a poca distanza dal ritrovamento, – e quale sede migliore essendo padiglioni di archeologia industriale recuperata – diventerà anche il museo archeologico di Pisa. La guida fornisce inoltre informazioni tecnico-scientifiche sui primi indispensabili interventi conservativi in situ (il legno fuori del suo millenario microclima va incontro a subitaneo degrado, come tutti gli oggetti organici trasportati), per cui le navi sono state racchiuse in gusci di fibre di vetro, e sullo studio dei reperti lignei tramite radiocarbonio, dendrocronologia ecc. Si troveranno poi dati sulle modalità costruttive delle navi, sugli strumenti di navigazione, sull’uso della zavorra, sulle modalità di stiva dei carichi, sulla vita a bordo con le storie fantastiche ricavabili dai contenuti nelle anfore.
Il progetto, coordinato da Angelo Bottini, ora Soprintendente archeologo di Roma, è stato interamente realizzato con finanziamenti pubblici, tramite i fondi del Lotto, i finanziamenti CIPE e la fondazione ARCUS/Infrastrutture. Il Centro di Restauro del Legno Bagnato, dove si procederà al restauro delle imbarcazioni finora recuperate (quattro, tra le maggiori) e dei numerosissimi reperti minori, è stato realizzato su progetto della Soprintendenza Archeologica, e vi si svolgeranno stages di formazione in collaborazione con istituti universitari italiani e stranieri. Le strutture comprendono laboratori di analisi fisiche e chimiche, laboratori di restauro di ceramica, metalli e reperti organici, un laboratorio di ceramologia e i depositi dei materiali archeologici provenienti dallo scavo.
Il percorso di visita del cantiere, la cui apertura viene effettuata in collaborazione con il Comune di Pisa, comprende un percorso di sicurezza con vista dello scavo, la proiezione di un audiovisivo, la visita dei laboratori di restauro e l’illustrazione delle tecniche applicate nello scavo e nella conservazione, nonchè una piccola esposizione di reperti archeologici da poco scavati o restaurati.
Le visite guidate saranno effettuate con accompagnatore e solo su prenotazione, nei giorni di venerdì, sabato (mattina) e lunedì.
Info:
tel. 055.3215446 (dal lunedì al venerdì ore 9.00-13.00), fax 055.3218017.
Fonte: Sussidiario.it 13/01/2006
Link: http://www.sussidiario.it/notizie/ultimora/messages/9115.shtml