Un tratto distintivo della cultura prevalente, “established”, in questo paese é l’antitesi tra la falsità retorica gretta di stereotipi stantii, e la realtà dei dati oggettivi portati dall’evidenza dei ritrovamenti, studi e scoperte della ricerca specifica.
Esempio di tale contrapposizione é l’approccio al concetto-(dis)valore di Alto Medioevo e Longobardi.
Dall’ intervento lucido ed appassionato di G. Falco al 1° Congresso di Studi Longobardi del 1952 a Spoleto sulla questione longobarda nella storiografia italiana,- alla proposta di S. Gasparri nei primi anni 2000, di spostare il fuoco della ricerca dala storia dei longobardi in Italia, alla Storia dell’Italia longobarda,- la resistenza della cultura di massa risulta impermeabile a qualsiasi apporto innovativo.
A fronte dei progressi negli ultimi decenni stimolati dall’importante, suggestiva, mostra sulla civiltà longobarda a Passariano e Cividale del Friuli (Ud) nel 1990,- a livello divulgativo popolare, mediatico, didattico scolastico, ben poco/nulla ha mutato l’approccio ossessivo antibarbarico sia di tradizione
borghese-clericale, sia intellettuale “impegnato”, nei confronti dei secoli che restano ontologicamente bui.
Gli effetti delle nuove promettenti prospettive di ricerca storica, che C. Azzara annunciava con fiducioso ottimismo nel 2008 (“Tendenze e Novità nella Riflessione Storica sul Periodo Longobardo” in <<Quaderni Friulani di Archeologia>> -XVIII), sembrano rimasti circoscritti agli ambiti
specialistici accademici: non sono arrivati a “toccare” i canali culturali popolari ed istituzionali.
Nè l’indagine territoriale sistematica sulle “Presenze Longobarde nelle Regioni d’Italia”, avviata da Federarcheo nel 2008 -il programma di convegni periodici, con aggiornamenti sulle scoperte archeologiche (https://www.federarcheo.it/longobardi/), architettoniche, artistiche, toponomastiche,- né il riconoscimento UNESCO 2011 ai siti di ”Italia Langobardorum” di Patrimonio dell’Umanità-, hanno modificato (/mitigato) l’ideologismo classicistico-illuministico germanofobico dell’intellettualità-leader nostrana.
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Autore: Pino Mollica – pino_mollica@yahoo.it