Il lavoro di Piero Barale è consistito nello spulciare con accurata precisione le fonti, a cominciare dai lavori di Vacchetta e Assandria e nel ricostruire, con la lettura accurata di lettere e documenti il percorso delle ricerche. Questa indagine ha chiarito questioni di date e sequenze di scavi. Al termine del volume una completa bibliografia permette al lettore esigente di verificare le fonti.
Lunghissime letture sono alla base del pregio del libro di Piero Barale: i lavori degli studiosi precedenti sono le fonti dello studioso che non ha voluto appesantire con note e rimandi la piacevolissima lettura del libro. Una completa bibliografia rimanda alle citazioni sull’argomento le vicende dello riscoperta di Augusta Bagiennorum. Un apparato leggero, brevissimo dizionario, spiega con un rapido sunto alcune parole romane usate nel testo e forse, non troppo chiare ai non specialisti.
Il lato didattico è stato perfettamente inseguito dall’autore senza trascurare una rigorosa ricostruzione delle vicende della cittadina di Bene Vagienna. Una esposizione chiara e semplice che non annoia il lettore il quale potrà usare questo libro andando lui stesso sui luoghi di cui si parla e trovando nelle pagine del volume complete ed ottime spiegazioni.
Una delle caratteristiche del volume di Piero Barale è quello di essere riccamente illustrato dai disegni dell’autore, eccellente disegnatore ed illustratore come Assandria e Vacchetta di cui si riportano alcuni disegni e ricostruzioni. In effetti la ricchezza decorativa del volume ne fa un buon strumento didattico, usato dall’Archea per accompagnare il visitatore sugli scavi.
Questi sono ripresi ultimamente anche per merito delle ricerche di Piero Barale, dopo lunghi anni di deserto di studi e di scavi scientifici.
Il problema della salvaguardia dei siti archeologici all’aperto è infatti quello di vedere sempre più spesso distrutti ricchi pavimenti a mosaici dalle arature sempre più profonde dei trattori odierni. Infatti, nel sito dove si stendeva l’antica Bene Vagienna Romana si trovano ancora in grande quantità, sotto terra, reperti che, occasionalmente, i contadini riportano alla luce mediante le arature.
Molto materiale è andato distrutto in questi ultimi anni e solo scavi sistematici potranno portare alla luce, ville, case, mosaici, tombe e terme che ancora giacciono sepolti nella campagna benese.
Solo recentemente una parte degli introiti del gioco del Lotto è stata usata per riavviare la macchina degli scavi.
Info:
http://www.archea.info
Autore: Giuseppe Brunod
Cronologia: Arch. Romana
Link: http://www.archea.info