Finiti i lavori di restauro iniziati nel 2013 del Museo Archeologico Oliveriano di Pesaro, che vanta oggi un nuovo allestimento permanente rispettoso del suo fondamentale ruolo nella città, la Capitale Italiana della Cultura 2024. La sostanziale rinascita dello storico museo – che vanta una collezione millenaria, dal periodo piceno alla tarda età imperiale – cade in concomitanza con la sua prima apertura, avvenuta nel lontano 1892, e va a rinnovare un allestimento risalente al 1967 con un progetto che ne valorizza storia ed eredità.
Situato al piano terreno di Palazzo Almerici – edificio nobiliare del XVII secolo nel centro storico di Pesaro – e gestito dalla Fondazione Ente Olivieri, l’Oliveriano è uno dei musei più antichi della regione. Nasce grazie al lascito testamentario di Annibale degli Abbati Oliveri, erudito settecentesco che donò il proprio patrimonio bibliotecario e archeologico alla città, inclusa una notevole quantità di reperti donatagli dal famoso intellettuale pesarese Giovan Battista Passeri.
Il nuovo assetto permanente, costato all’amministrazione comunale circa 1,2 milioni di euro, dà forma al progetto scientifico dell’archeologa Chiara Delpino, con la curatela e i finanziamenti del Comune di Pesaro e dal Ministero della Cultura/Segretariato Regionale delle Marche, con un progetto museografico firmato dallo studio di architettura STARTT di Simone Capra, Claudio Castaldo e Dario Scaravelli, mentre il progetto di restauro dei corredi della Necropoli picena di Novilara – uno dei tesori del museo – è stato sostenuto dall’Ufficio Cultura del Governo Svizzero.
“Per oggi la parte espositiva del museo è finalmente pronta, manca una parte che verrà ultimata in vista dell’inaugurazione in autunno: è la parte dei servizi, bookshop, bagni a piano terra, biglietteria, sala“, racconta Daniele Vimini vicesindaco e assessore alla Bellezza del Comune di Pesaro.
“Il tema dell’Oliveriano è stato portato avanti anno per anno con fondi vincolati […] Anche il progetto museografico ha una storia lunga, legata alla mostra di Kounellis del 2016, un evento che ha segnato l’offerta culturale della città. Mi piace sottolineare che il progetto del museo Oliveriano si inserisce perfettamente nel piano di rigenerazione urbana che coinvolge via Mazza e via Castelfidardo, cui si affianca il finanziamento ‘qualità dell’abitare’ per arrivare infine al completamento di tutto quello di cui il Palazzo Almerici ha bisogno per un totale di 8 milioni”. Il vicesindaco ha anche anticipato qualcosa della nuova programmazione museale: “Ci saranno visite guidate mirate con il mondo della scuola, per i residenti e i commercianti della zona e per categorie legate a questo luogo della cultura e a questa zona nevralgica del centro. E poi ci diamo appuntamento all’autunno prossimo con l’apertura alla città e a tutti i visitatori dal resto d’Italia“.
“L’allestimento è estremamente brillante nelle soluzioni tecniche e nella resa non solo estetica ma anche molto approfondita e coinvolgente sul piano antropologico“, spiega Fabrizio Battistelli, presidente dell’Ente Olivieri. “Da un lato l’eredità romana, dall’altro la civiltà picena con tutto il peso anche spirituale della Necropoli: il risultato è un luogo di contemplazione e riflessione. Intervenire su un museo esistente non è mai semplice; nel caso dell’Oliveriano si è scelto di lavorare in modo radicale affinché un patrimonio ricco e prezioso possa essere fruito da un pubblico universale. Non solo. Per coinvolgere emotivamente il visitatore si è mutuato il linguaggio dell’arte […] Il nuovo percorso documenta mille anni di storia del territorio e si articola in quattro sezioni espositive, vere e proprie chiavi di narrazione dell’intero corpus delle collezioni: la necropoli picena di Novilara, il lucus pisaurensis (importante luogo di culto connesso alla romanizzazione del territorio, scoperto dallo stesso Olivieri sulla collina di Santa Veneranda), il municipio di Pisaurum e il collezionismo settecentesco“.
Info: www.oliveriana.pu.it
Autore: Giulia Giaume
Fonte: www.artribune.com, 29 ago 2022