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PESARO (Pu). Contro lo scempio della domus.

II Gruppo Watching The Sky è impegnato da tempo per recuperare opere d`arte perdute e valorizzare il patrimonio artistico ed archeologico troppo spesso sottovalutato da governi e amministrazioni locali.
Attualmente l`organizzazione ha preso a cuore la vicenda della Domus romana di piazzale Matteotti: un gioiello architettonico di straordinario interesse storico-archeologico, di cui qualsiasi città del mondo si farebbe vanto. Sconcerta il progetto di chiudere gli scavi, ricoprendo con la terra una scoperta fondamentale per apprezzare la millenaria Storia di Pisaurume nascondendo così agli occhi del mondo una delle meraviglie sottovalutate delle Marche e del nostro Paese.
Alcuni politici locali – scrive l`associazione – asseriscono che fornire il sito di una copertura in cristallo avrebbe un costo di milioni di euro, tuttavia esistono soluzioni moderne assai più economiche, sia riguardo all`opzione di una pavimentazione in cristallo, sia a quella di una struttura trasparente in vetro-acciaio ottimizzata, su modello di quella che protegge il sito archeologico tedesco di Badenwille). E` sicuramente possibile ottenere sponsorizzazioni o finanziamenti europei, a un progetto tanto importante. Valga come esempio il fatto che la città di Roma sta investendo risorse ingenti per valorizzare due Domus romane del III secolo d.C. quindi molto più giovani di quella pesarese – dotando i siti non solo di protezione delle strutture archeologiche scavate, ma anche di postazioni audiovisive che le descrivono a beneficio dei visitatori.
“II presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti, reputa questo progetto “un evento unico al mondo, che migliorerà la già imponente offerta turistica della nostra città“.
La città di Pesaro possiede meraviglie storiche di inestimabile valore: la Domus romana scavata in piazza Matteotti, le cui parti più antiche risalgono al I secolo d.C. è una delle più preziose. La grande casa romana, testimonianza della vita della città di Pisaurum nella prima età imperiale – i tempi di Tito Flavio Vespasiano – si trovava a ridosso delle mura, poco distante da Porta Fano, ed era probabilmente circondata da una strada privata, collegata con la via principale interna della città. L`ingresso (fauces) era posto a sud; da lì si entrava, secondo la pianta caratteristica della Domus, nell`atrium, dove si trovava l`impluvium, la cisterna per la raccolta dell`acqua. Dall`atrium si accedeva alle stanze da letto (cubicula) e al triclinium, la sala da pranzo dove gli ospiti gustavano le vivande strai ati sui letti triclinari. Sempre dall`atrium si entrava nel tablinum, lo studio del capofamiglia, e nel lararium, luogo di culto domestico dove si onoravano i Lari, i Mani e i Penati.

L`edificio era dotato di un Hortus di notevoli dimensioni, con pozzo e ricco colonnato, abbellito anticamente da alberi da frutto, sculture – nell`età imperiale era in voga, per i patrizi, esibire copie bronzee di capolavori greci, come il celebre “Idolino di Pesaro” – e fontane. Di fronte al giardino si trovavano ambienti pavimentati con cocciopesto e mosaico a motivi geometrici, in tasselli neri su fondo bianco.

La grande e splendida Domus apparteneva senza dubbio a un notabile, forse è solo un`ipotesi – un esattore. Merita di essere ammirata da visitatori provenienti da tutto il mondo e non di venire sepolta e cadere così, forse per sempre, in un assurdo oblio. Il Gruppo Watching The Sky, che ha segnalato il sito della Domus pesarese all`Unesco affinché sia nominato per il patrimonio mondiale dell`umanità, sta preparando un dossier storico/fotografico per dimostrarne gli indiscutibili valori di universalità, unicità ed insostituibilità”.


Fonte: Corriere Adriatico 08/01/2009
Cronologia: Arch. Romana

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