Un ritrovamento senza precedenti nel Nord del paese: la prima sepoltura reale non violata dell’impero più antico del Sud America. Oltre mille reperti tra cui preziosi manufatti d’oro e d’argento.
Il ritrovamento nel Nord del Perù della tomba imperiale Wari, l’antica civiltà che tra il 700 e il 1000 d. C. ha dato vita all’impero più antico del Sud America, è stato soprendente: per la prima volta gli archeologi si sono trovati di fronte a una tomba mai violata dai tombaroli. Eppure la felicità di Milosz Giersz nello scoprire l’oro nei recessi oscuri della camera sepolcrale è stata subito adombrata: l’archeologo dell’Università di Varsavia si è reso subito conto che la notizia non doveva assolutamente trapelare. I saccheggiatori di tombe sarebbero arrivati a frotte se fossero venuti a sapere che il suo team aveva scoperto un “tempio dei morti” risalente a 1200 anni fa, pieno di preziosi manufatti d’oro e d’argento. “Pensando a questa possibilità ho avuto gli incubi”, ha detto Giersz. Così Giersz, e il suo co-direttore di scavo Roberto Pimentel Nita, hanno deciso di tenere segreta la scoperta. Scavando con discrezione, per mesi, hanno raccolto più di mille reperti, tra cui gioielli sofisticati in oro e argento, asce di bronzo e strumenti d’oro, insieme ai corpi di tre regine Wari e di altre 60 persone, alcune delle quali vittime di sacrifici umani.
I signori Wari sono stati a lungo messi in ombra dal successivo impero Inca, le cui conquiste sono state ampiamente documentate dagli invasori spagnoli. Ma tra l’ottavo e il nono secolo d. C. l’impero Wari si estendeva in quasi tutto il Perù. La capitale andina, Huari, divenne una delle grandi più città del tempo: al suo apice vantava una popolazione di circa 40.000 persone, Parigi appena 25.000.
La ricchezza e la finezza della produzione artistica Wari ha attirato gli sciacalli, che nel corso del tempo hanno saccheggiato i palazzi imperiali e i templi. Impotenti di fronte alla distruzione del patrimonio archeologico, ai ricercatori sono rimaste più interrogativi che certezze.
Sebbene i tombaroli abbiano scavato in un sito vicino per decenni, Giersz crede che fortunatamente il mausoleo sia rimasto nascosto in profondità nel sottosuolo. Nel gennaio del 2010, insieme a un piccolo team, Giersz ha esaminato l’area utilizzando delle fotografie aeree e immagini geofisiche. Sul crinale tra due grandi piramidi di mattoni d’argilla, ha intravisto il debole profilo di quello che sembrava essere un mausoleo sotterraneo. Scavando tra le macerie scaricate nel corso degli anni dai tombaroli, lo scorso settembre, Giersz e la sua squadra hanno scoperto un’antica stanza cerimoniale con un trono di pietra. Al di là di questa stanza, hanno trovato un’altra grande camera sigillata con 30 tonnellate di pietre. Giersz ha deciso di continuare a scavare fino a scoprire un enorme mazza di legno intagliata. “Segnala la presenza di una tomba”, ha detto Giersz, “quando l’abbiamo vista, ci siamo resi conto di aver trovato il mausoleo principale”.
Rimosso il riempimento, gli archeologi hanno scoperto file di scheletri sepolti seduti e avvolti in tessuti mal conservati e, in tre piccole camere laterali, i resti di tre regine Wari e molti dei loro beni preziosi, tra cui degli strumenti per la tessitura in oro. “Cosa facevano queste donne alla corte imperiale? Tessevano stoffe con attrezzi d’oro”, ha spiegato Makowski.
Per gli archeologi comunque i tesori più grandi sono tutte le nuove e preziose informazioni sull’impero Wari. La costruzione del mausoleo imperiale di El Castillo dimostra infatti che i signori Wari avevano conquistato e controllavano politicamente gran parte della costa peruviana settentrionale e che forse avevano avuto un un ruolo chiave nella caduta del regno Moche. Curiosamente, uno dei recipienti raffigura dei guerrieri delle coste che combattono con asce gli invasori Wari.
I Wari diedero inizio anche al culto degli antenati della famiglia reale. Sui corpi delle regine sono state trovate pupe di insetti, rivelando che le mummie venivano prelevate dalle camere funerarie ed esposte all’aria aperta. Probabilmente le mummie venivano poste sul trono della sala cerimoniale, permettendo ai vivi di venerare i morti.
Il lavoro degli archeologi è solo all’inizio. Secondo Giersz ci vorranno ancora otto-dieci anni di lavoro, ma già questi primi ritrovamenti gettano una nuova luce sulla civiltà Wari. “L’impero Wari può essere paragonato all’impero di Alessandro Magno”, ha detto Makowski. “È un fenomeno storico breve, ma con importanti conseguenze”.
In tutto, il gruppo di archeologi, ha trovato i resti di 63 persone, tra cui tre regine Wari.
Autore: Heather Pringle
Fonte: http://www.nationalgeographic.it , 25 LUG 2013