Un nuovo progetto museografico per una sede d’eccezione, una fortezza medievale tra le meglio conservate in Sicilia, scrigno di reperti che raccontano il Belice dalla Preistoria fino al periodo moderno: si presenta in questa rinnovata veste il Museo di Castello Grifeo a Partanna, in provincia di Trapani, facente parte del Parco Archeologico di Selinunte, Cave di Cusa e Pantelleria.
Il nuovo allestimento – curato dal direttore del Parco Bernardo Agrò e inaugurato dal Presidente della Regione Nello Musumeci, dall’Assessore regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana Alberto Samonà e dal sindaco di Partanna Nicolò Catania – è suddiviso in quattro sezioni, dedicate non soltanto a reperti e opere d’arte, ma anche alla narrazione della storia del castello tra Otto e Novecento.
L’attuale aspetto del castello risale al XIV secolo, ma la sua edificazione è ben più antica: la famiglia Grifeo ottenne i territori qui quali costruire il castello nel 1091, da parte del Gran Conte Ruggero. L’edificio è stato oggetto di restauri negli anni Duemila, e dal 2007 è sede del Museo Regionale di Preistoria del Belice, oggi al centro di un nuovo percorso museografico che vede al centro un’area dedicata alla preistoria e all’archeologia, con reperti risalenti al Paleolitico e al Neolitico provenienti dall’area archeologica di Contrada Stretto Partanna e dal belicino, che testimoniano, già nel pleistocene (180.000 a.C.), la presenza di animali da tempo scomparsi in Sicilia come elefanti, ippopotami e cervi: ciò testimonia come in passato il Mediterraneo fosse un mare poco profondo, tanto da consentire il passaggio di animali di grossa taglia dall’Africa alla Sicilia.
Una seconda sezione del Museo è dedicata all’arte medievale e moderna, con dipinti e affreschi datati tra il XV e il XVII secolo: tra le opere da segnalare, il bassorilievo marmoreo che sormonta il portale d’ingresso della “Sala del Trono”, opera di Francesco Laurana (autore del busto raffigurante Eleonora d’Aragona a Palazzo Abatellis a Palermo), e il polittico Madonna del Rosario tra Santi domenicani datato 1585 del pittore fiammingo Simone de Wobreck, attivo in Sicilia tra il 1557 e il 1585.
Dopo i Grifeo, il castello dalla fine dell’Ottocento è stato abitato dalla famiglia Adragna, alla quale è dedicata una sezione del percorso di visita adibita a casa-museo: qui sono esposti i mobili appartenuti alla famiglia; segue una sezione in cui sono presentati oggetti di carattere etnoantropologico, e un itinerario in cui è raccontata la storia del vino in Sicilia: a questo focus si lega il progetto ‘colture culturali’ del Parco Archeologico di Selinunte, dove si è dato avvio alla produzione di grani antichi e al recupero della coltivazione di antichi vitigni.
“Riapre il Castello Grifeo di Partanna, con un nuovo allestimento e una proposta che racconta varie epoche della storia del territorio: il museo consente ai visitatori di ammirare diversi reperti preistorici, preziose testimonianze dell’arte medievale, ma anche della storia più recente del Castello, con il ruolo di importanti famiglie nobiliari che hanno lasciato un segno profondo“, ha dichiarato l’assessore regionale dei beni culturali e dell’identità siciliana, Alberto Samonà. “Al suo interno, inoltre, uno spazio è dedicato anche alla cultura del vino, da sempre radicata in questo territorio. Quando riapre un luogo della cultura di grande prestigio, come il Castello Grifeo, è una festa per tutti e un’occasione di crescita per il territorio“.
Autore: Desirèe Maida
Fonte: www.artribune.com, 29 mag 2022
Info: https://www.parcoselinunte.com/index.html