Archivi

Paolo CAMPIDORI. Gli Etruschi sapevano?

In due mie precedenti relazioni ho avallato l’ipotesi di due insigni studiosi della metà dell’Ottocento secondo la quale gli Etruschi sarebbero imparentati, molto alla lontana, con i popoli di razza semitica. Dobbiamo tener conto di questa ipotesi per una serie di fattori e di coincidenze davvero notevoli.
Sarebbe troppo lungo elencarli tutti e non lo farò per tale ragione. Uno di questi studiosi, linguista italiano, è Padre Camillo Tarquini, dell’Ordine dei Gesuiti, studioso valentissimo di lingue orientali al Collegio Romano il quale in alcuni suoi scritti di metà secolo XIX, aveva, con forza, affermato che lingua etrusca e lingue semitiche, come ad esempio l’aramaico, l’ebreo antico, ecc. hanno una stessa origine, o meglio, avrebbero una stretta parentela.
Tale tesi fu subito contraddetta da altrettanto valenti studiosi dell’epoca che  lo contestarono decisamente. Dobbiamo però tener conto anche delle ultimissime ricerche.
Da un lato la lingua e la stretta parentela dell’etrusco con il lemno antico, che verrebbe confermata in una serie di epigrafi ritrovate nell’isola di Lemno (Egeo); sull’altro versante la scienza medica con alcuni studi condotti da ricercatori  dell’Università di Pavia i quali hanno confermato che certi abitanti odierni della Turchia e pure dell’Isola di Lemno avrebbero nel loro DNA caratteristiche simili a quelle del sangue degli antichi abitanti di Murlo presso Siena e a quelle degli abitanti di Cortona.
Queste notizie hanno fatto scalpore e hanno avuto un impatto veramente notevole specialmente negli ambienti medici e  scientifici americani e europei nonché negli ambienti mass-mediatici di tutto il mondo.
La domanda che io mi pongo è questa. Dobbiamo ciecamente fidarci di tali studi condotti sul DNA e, consequentemente, degli scienziati che hanno condotto tali ricerche? La risposta  è senz’altro sì, poiché, come ben sappiamo la ricerca medica in questo campo (DNA) ha fatto passi da gigante ed è realistico non dubitare sulla serietà e la professionalità degli scienziati dell’Università di Pavia.
Sul piano linguistico dobbiamo ammettere che recenti studi sull’origine della lingua, portati avanti da valenti glottologi, come il Pittau, il De Palma, ecc. ci propongono un’origine della lingua etrusca che ha forti similitudini con lingue parlate a Lemno, prima della colonizzazione greca. 
Cosa potremmo obbiettare circa i punti di vista medico-scientifico, e di quello proposto  dai linguisti moderni? Semplicemente alcune osservazioni. Abbiamo detto che nel sangue (DNA) di un migliaio abitanti della Toscana attuale sono state ritrovate affinità per (circa un 5%) con quelle di altrettanti abitanti della Turchia.
Viene subito spontaneo da farsi una domanda, e cioè: solo il 5% del sangue concorderebbe con l’ipotesi che gli Etruschi provengano dalla Turchia, Anatolia o l’Isola di Lemno, ecc? E l’altro 95%? Quale dobbiamo pensare sia l’origine? Semita? Hittita? Babilonese? Araba? Somala?, ecc. ecc.
Bisognerebbe, per completezza e per una corretta informazione analizzare il DNA degli attuali abitanti di queste nazioni che adesso si chiamano Israele, Iraq, Siria, ecc. ecc. e, forse  verrebbe fuori, ad esempio, che un altro 5% di analogie lo troveremmo nel DNA degli Iracheni, un 5% negli abitanti di Israele, un altro 5% negli abitanti della Siria, un 5% in quelli della Somalia, e così via. Sinceramente mi sembra che seguendo questa strada del DNA non si arrivi a dei risultati affidabili.
Vediamo ora sul piano linguistico. Due grandissimi studiosi e linguisti etruscologi moderni, il Prof. Massimo Pittau, emerito Rettore dell’Università di Sassari e il Prof. Claudio de Palma, professore emerito alla Northern Colorado University, entrambi glottologi di fama mondiale, insieme a altri studiosi (non tanti per la verità), sostengono che gli Etruschi (e mi sembra che i due studiosi, con sfumature diverse, intendano per Etruschi anche i Villanoviani) sostengono la teoria secondo la quale, gli Etruschi non abbiano origine autoctona, o per lo meno, che nell’etnia etrusca ci sia una componente orientale non indifferente, meritevole di essere studiata.
I due professori, ammettendo anche che l’antico popolo toscano si sia formato in loco (cioè con apporti di altri popoli stranieri), tesi che essi in qualche modo avallano, tuttavia gli stessi discordano dal Pallottino quando questi afferma che “la lingua etrusca non è paragonabile a nessun altro idioma del Mediterraneo” e che la stessa sia pertanto un’isola linguistica, appartata dagli altri dialetti o lingue dell’Italia pre-romana.
I due studiosi hanno una certa convinzione, più o meno marcata, che la lingua etrusca abbia avuto origine dall’antica lingua parlata nell’isola di Lemno nel mare Egeo, non troppo distante dalla nazione dei Lidi. Questa teoria potrebbe avere una certà validità se non fosse per l’esiguità delle epigrafi in lemno antico che sono state ritrovate su quest’isola, solo alcune decine. Mentre sappiamo bene che gli etruschi hanno lasciato migliaia di epigrafi, che sono state, con molta buona volontà e un pizzico di azzardo tradotte, altre invece, sono rimaste parzialmente incomprese come la Tavola di Cortona, la benda della Mummia di Zagrabia, ecc.
Quindi, seguendo la teoria dei due studiosi, dobbiamo ammettere che si tratta di un complesso enorme di epigrafi etrusche, e noi, per forza di cose, dobbiamo confrontarle con pochissime epigrafi dell’isola di Lemno.
Sono sufficienti? A questa domanda risponderei negativamente, un po’ come per la similitudine al 5% del DNA riscontrato in toscani e turchi. Perché dobbiamo essere un po’ scettici di questi due studi portati avanti sia in campo medico che nel campo della linguistica da studiosi di prima grandezza? 
Poiché essendo la materia di confronto parziale e troppo esigua non ci garantisce assolutamente delle risposte convincenti. Inoltre sappiamo che queste popolazioni, nomadi per natura, hanno viaggiato in lungo e in largo nazioni e continenti ed è lecito pensare che nel loro girovagare molti di loro siano morti e siano stati lasciati in terra straniera con lapidi scritte nella lingua parlata da quella determinata etnia e in quel determinato periodo ecc.
Dobbiamo infine porci la seguente domanda: “Gli etruschi sapevano qual’era la loro vera origine e con chi esattamente erano imparentati?” E’ probabile che gli etruschi sapessero ma a noi non l’hanno mai detto.

Bibliografia:
Claudio De Palma – Le origini degli Etruschi – Casa Editrice nuova SI – Bologna
Massimo Pittau – Vocabolario della lingue etrusca – Sassari
Paolo Campidori; Google alla voce “Paolo Campidori Etruschi

Copyright © Paolo Campidori


Mail: paolo.campidori@tin.it
Autore: Paolo Campidori, Presidente f.f. Archeoclub d’Italia – Sede Mugello, Altomugello e Valdisieve
Cronologia: Arch. Italica
Link: http://www.paolocampidori.com

Segnala la tua notizia