Fin da quando vennero ritrovati nel 1947 nelle grotte di Qumran, i famosi rotoli del Mar Morto – che forniscono preziose informazioni sul clima culturale e di attesa messianica presente in Palestina ai tempi di Gesù Cristo – furono considerati un prodotto nella setta degli Esseni, che in quella stessa località aveva un proprio insediamento. Recentemente, però, diversi studi avevano messo in questione il rapporto fra gli antichi abitanti di Qumran e i rotoli.
Ora, una nuova ricerca archeologica ristabilisce con sicurezza la relazione fra i rotoli del Mar Morto e gli Esseni. La dimostrazione è dovuta a James Tabor dell’Università del North Carolina a Charlotte e a un gruppo di ricerca del CNRS francese che, studiando i manoscritti del Mar Morto, hanno appuntato l’attenzione sulle meticolose prescrizioni in esse contenute rispetto alle pratiche di purificazione non solo spirituale ma anche corporale. In due testi, in particolare si specificano alcune norme relative alle latrine che dovevano essere al di fuori dell’insediamento, addirittura al di fuori della portata di vista.
Una successiva ispezione aerea dell’area circostante Qumran ha consentito di individuare una zona – soddisfacente ai requisiti espressi nei manoscritti – in cui il terreno appariva di colore differente dal restante zona e che ha poi rivelato anche una consistenza differente. Campioni estratti in profondità hanno evidenziato la presenza di resti di molti e differenti parassiti intestinali, mentre nelle aree circostanti questi non si ritrovano. La spiegazione di questo fatto è che mentre i parassiti e le loro uova presenti negli escrementi lasciati all’aperto muoiono e si degradano rapidamente nell’ambiente secco del deserto, i resti di quelli ricoperti da un abbondante strato di terra – così come veniva prescritto nei rotoli del Qumran – sono riusciti a conservarsi.
Fonte: Le Scienze on line 15/11/2006