Un’offerta votiva alla dea Demetra, la protettrice del grano e dell’agricoltura, un piccolo flauto in osso, perfettamente conservato e risalente al 570 a.C., trovato assieme a un piccolo vaso corinzio, bracciali e pendenti, sotto il tempio R di Selinunte. Sono i resti di un grande tempio arcaico che, alla luce dei dati stratigrafici e dei materiali archeologici, risulta essere il più antico dell’area.
Nei mesi scorsi erano già stati identificati parte del muro e del pavimento, adesso sono stati messi in luce due fori di palo di grandi dimensioni, che potrebbero essere i resti del colonnato centrale. La ceramica rinvenuta in prossimità dei fori di palo è stata datata intorno al 650-625 a.C., inclusa un vaso dalla forma allungata (lekythos) di stile protocorinzio con animali che pascolano.
“E’ un’altra scoperta eccezionale – ha detto l’assessore regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, Sebastiano Missineo – dopo quella effettuata nelle scorse settimane nella parte sud della Villa del Casale di Piazza Armerina. E’ la prova, se ancora ce ne fosse bisogno, che la Sicilia è un giacimento di tesori ancora in parte inesplorato, che devono essere tutelati e conservati per non lasciarli all’incuria o, peggio, nelle mani di trafficanti senza scrupoli”.
Nel tempio arcaico ci sono abbondanti tracce di incendio, devastazione, e sono state trovate punte di frecce, riferibili alla presa cartaginese della città nel 409 a.C ma anche i i frammenti di una lekythos attica a fondo bianco (ca.480 a.C.) confrontabile in stile con analoghe opere del pittore Douris, o i frammenti delle terrecotte architettoniche policrome del Tempio C e di altri edifici arcaici dell’Acropoli.
“Questo predecessore del Tempio R – dice Clemente Marconi, professore all’Institute of Fine Arts della New York University e responsabile dello scavo per la parte americana – è al momento il tempio più antico di Selinunte, e uno dei templi più antichi fin qui scavati in Sicilia”.
Nei mesi scorsi erano già stati identificati parte del muro e del pavimento, adesso sono stati messi in luce due fori di palo di grandi dimensioni, che potrebbero essere i resti del colonnato centrale. La ceramica rinvenuta in prossimità dei fori di palo è stata datata intorno al 650-625 a.C., inclusa un vaso dalla forma allungata (lekythos) di stile protocorinzio con animali che pascolano.
“E’ un’altra scoperta eccezionale – ha detto l’assessore regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, Sebastiano Missineo – dopo quella effettuata nelle scorse settimane nella parte sud della Villa del Casale di Piazza Armerina. E’ la prova, se ancora ce ne fosse bisogno, che la Sicilia è un giacimento di tesori ancora in parte inesplorato, che devono essere tutelati e conservati per non lasciarli all’incuria o, peggio, nelle mani di trafficanti senza scrupoli”.
Nel tempio arcaico ci sono abbondanti tracce di incendio, devastazione, e sono state trovate punte di frecce, riferibili alla presa cartaginese della città nel 409 a.C ma anche i i frammenti di una lekythos attica a fondo bianco (ca.480 a.C.) confrontabile in stile con analoghe opere del pittore Douris, o i frammenti delle terrecotte architettoniche policrome del Tempio C e di altri edifici arcaici dell’Acropoli.
“Questo predecessore del Tempio R – dice Clemente Marconi, professore all’Institute of Fine Arts della New York University e responsabile dello scavo per la parte americana – è al momento il tempio più antico di Selinunte, e uno dei templi più antichi fin qui scavati in Sicilia”.
Fonte: ANSAmed, 11 luglio 2012