Il volume rientra nel “Progetto Quarta Dimensione” (presieduto da Pietro Lunardi) per lo studio del sottosuolo nel Mondo Antico e ci fa meglio conoscere come i Romani sfruttassero nel migliore dei modi il sottosuolo sia per collocarvi cisterne, cunicoli, fognature etc., sia per altre funzioni nel sopratterra come sacrari, ninfei, criptoportici, alloggi per la servitù, magazzini, cantine etc.
Il libro, ricco anche di bellissime foto e corredato di piante topografiche inedite, servirà ad accrescere la sensibilità degli studiosi e dei lettori in genere, verso una “dimensione del vivere quotidiano” assai diffusa nell’antichità, e che invece in età moderna è progressivamente caduta in disuso.
Il volume “Subterraneae domus. Ambienti residenziali e di servizio nell’edilizia privata romana”, a cura di P. Basso e F. Ghedini, che rientra nel “Progetto Quarta Dimensione” (presieduto da Pietro Lunardi) per lo studio del sottosuolo nel Mondo Antico, si ripromette di richiamare l’interesse sull’uso che i Romani facevano del sottosuolo, un tema cui non è stata mai dedicata un’attenzione specifica. Eppure il sottosuolo era sfruttatissimo, oltre che per collocarvi cisterne, cunicoli, fognature etc. (tutti elementi relativi all’acqua, da sempre posti nel sottoterra), anche per tante altre funzioni in genere collocate nel sopratterra: vi erano infatti sacrari, ambienti da diporto (tipo ninfei o criptoportici per il passeggio), ambienti-alloggio per la servitù, cucine e dispense, ma – soprattutto – i locali sotterranei erano destinati a magazzini e cantine.
Una categoria a parte era rappresentata dai vani che non avevano alcun tipo di utilizzazione pratica, ma servivano solo da sostegno (substructiones), quando si dovevano erigere grandi costruzioni su terreni in declivio.
Tuttavia lo sfruttamento del sottosuolo non fu determinato solo da ragioni di opportunità e utilità (ad esempio economizzare lo spazio in superficie, disporre di locali freschi, sicuri etc.), ma anche da motivi specifici (come il carattere ctonio, cioè sotterraneo, di alcuni culti) o da mode (come quella di realizzare locali sotterranei per godere del fresco, tipici delle grandi ville residenziali proprietà di personaggi importanti).
Il volume, composto di numerosi capitoli scritti dai migliori studiosi della materia, e riccamente corredato di piante e foto spesso inedite, servirà sicuramente ad accentuare la sensibilità di tutti i lettori nei confronti di una “dimensione del vivere quotidiano”, assai diffusa nell’antichità e che invece in età moderna è progressivamente caduta in disuso.
Fonte: CulturalWeb 16/03/04
Autore: redazione
Cronologia: Arch. Romana