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ÖTZI MORI’ ASSASSINATO?

Non è stata una caduta, e neppure il freddo, a uccidere Ötzi, l’uomo dell’Età del Bronzo i cui resti sono stati rinvenuti nel 1991 sul ghiacciaio del Similaun, al confine tra Alto Adige e Austria, a 3.278 metri. Un gruppo di scienziati ha infatti individuato la punta di una freccia conficcata nel corpo dell’uomo, scoperta resa possibile grazie a una tecnica di tomografia computerizzata, che permette di ricostruire vere e proprie radiografie tridimensionali. L’archeologa Annalisa Pedrotti, dell’Università di Trento, afferma che la forma della freccia è del tipo italiano, usata in quel periodo nell’area subalpina e adottata in seguito anche a nord delle Alpi. La punta di freccia, fatta di selce, è stata individuata la settimana scorsa e anche il percorso della freccia è ancora rintracciabile nel corpo di Ötzi: si è potuto così stabilire che la ferita causò una paralisi del braccio sinistro, ma non uccise immediatamente l’uomo. Molto probabilmente Ötzi sopravvisse ancora qualche ora, e i segni di forti emorragie interne fanno pensare che si sia trattato di ore estremamente dolorose. Questa nuova scoperta annulla le ipotesi precedenti, secondo le quali Ötzi morì per una caduta, fratturandosi le costole, o congelato sotto una forte nevicata improvvisa. Ma chi era veramente quest’uomo vissuto 5000 anni fa? Era un soldato? Si trovava in battaglia? Gli scienziati sperano di poter utilizzare queste nuove informazioni per stabilire il suo ruolo nella società. Per il momento si sa soltanto che Ötzi morì quando aveva poco meno di 50 anni, un’età estremamente avanzata per quei tempi.
Cronologia: Preistoria

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