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ORVIETO (Tr). Sarà davvero il Fanum Voltumnae?

Il santuario etrusco individuato dall’équipe dell’Università di Macerata a Campo della Fiera potrebbe essere quello cercato da secoli, ma Simonetta Stopponi, direttrice degli scavi, è cauta: bisogna trovare l’epigrafe con la dedica al dio.
Nella vasta zona pianeggiante ai piedi della rupe denominata Campo della Fiera, perché a lungo sede di mercati, sul finire dell’Ottocento ebbero luogo indagini di cui poco si conosce, fino a quando furono trovati resti murari e terrecotte architettoniche pertinenti a edifici sacri etruschi (alcuni di questi materiali, venduti, si trovano al Pergamon Museum di Berlino).
In questa località, dove la tradizione riporta l’esistenza del celebre e tanto cercato, ma non ancora individuato, Fanum Voltumnae, il santuario federale delle città etrusche, il Dipartimento di Scienze Archeologiche e Storiche dell’Antichità dell’Università di Macerata, grazie al contributo del Monte dei Paschi di Siena e di Mps Asset Management Sgr, conduce dal 2000, in regime di concessione ministeriale annuali campagne di scavo dirette da Simonetta Stopponi, ordinario di Etruscologia e archeologia italica presso l’Ateneo maceratese a cui prendono parte allievi dell’Ateneo di Macerata e di altre Università italiane e straniere.
Gli scavi di quest’estate hanno messo in luce due imponenti strade basolate di epoca etrusca: una, larga cinque metri e attualmente scoperta per una lunghezza di 50 metri, collegava Orvieto e Bolsena, come poi toccherà alla strada romana trovata 200 metri più a nord dalla Soprintendenza per i Beni archeologici dell’Umbria, grazie agli scavi diretti da Paolo Bruschetti. In un settore a fianco della strada etrusca è stata messa in luce parte di una platea del II secolo a.C. che cancellava una fossa colma di terrecotte architettoniche (VI-III secolo a.C.).

L’articolo integrale è disponibile nell’edizione stampata de Il Giornale dell’Arte di Ottobre 2006

La prova mancante

Simonetta Stopponi, lei da sei anni dirige lo scavo a Campo della Fiera. Perché è così importante questa scoperta?
Il Fanum Voltumnae, ricercato sin dai tempi di Annio da Viterbo (XV secolo), era il santuario federale delle città-stato etrusche ove si riunivano ogni anno i rappresentanti della dodecapoli, sotto la protezione del dio Voltumna, per celebrare feste religiose connesse con mercati, giochi atletici e spettacoli teatrali. Qui, ad esempio, i delegati chiesero aiuto per la lotta di Veio contro Roma, ma a nulla valse il loro intervento e la città etrusca di Veio fu lasciata sola (396 a.C.). Grazie ad alcune indicazioni derivate da testi letterari ed epigrafici latini, si pensa che il Fanum fosse a Orvieto.
Che cosa le fa pensare di averlo trovato?
L’ubicazione e la vastità complessiva dell’area di Campo della Fiera e la natura dei rinvenimenti dello scavo universitario, che interessa una superficie di tre ettari, si adeguano mirabilmente al famoso santuario etrusco, dal quale auspico che possa venire alla luce l’epigrafe con il nome del dio venerato.
Vi sono reazioni nazionali e locali alla notizia della scoperta e si sta aprendo un vivace dibattito. Come lo spiega?
Mi auguro che il dibattito abbia quanto prima luogo nelle opportune sedi scientifiche: al momento stupiscono alcuni interventi, peraltro formulati senza visione diretta dello scavo, nei quali si afferma che non sono emersi nuovi elementi di discussione sulla questione dell’ubicazione del Fanum.


Fonte: Il Giornale dell’Arte 01/10/2006
Autore: Eleonora Mancini
Cronologia: Arch. Italica

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